Arrivabene: "Juventus, situazione pesante. Dovevo andare a dire che spendevamo troppo?"
Lunga intervista di Maurizio Arrivabene, ex amministratore delegato della Juventus dal 2021 al 2023 oltre che in precedenza anche team principal della Scuderia Ferrari in Formula 1, al Corriere della Sera: "Ognuna di queste esperienze è stata importante, nulla mi è stato regalato e ho conquistato tutto con il lavoro. Vengo da una famiglia normalissima. Dopo una pausa post-Juventus mi sto occupando di marketing digitale in società con un amico ex Philip Morris e una bravissima collega". E spiega le sue metodologie di lavoro, in parte: "Alla Juve ho voluto conoscere tutti i livelli, incontri a piccoli gruppi: dialogando scopri interessi e potenzialità umane, uno può funzionare meglio in un’area piuttosto che in un’altra".
Tornando all'esperienza alla Juventus, dice Arrivabene: "Premetto che nel periodo in questione io ero nel CdA in qualità di consigliere senza deleghe e in un momento in cui a causa del Covid ci si riuniva in videoconferenza. Allora la strategia della società mirava ad una forte espansione iniziata in precedenza con l’acquisto di Ronaldo e l’obiettivo era vincere la Champions ed entrare in modo solido e duraturo tra le grandi d’Europa: di conseguenza sono stati fatti altri acquisti, poi il Covid ha complicato le cose. Ho iniziato il mio lavoro da dirigente il primo luglio 2021 trovando una situazione piuttosto pesante a causa degli investimenti precedenti. Ovviamente la pandemia aveva aumentato i problemi, i costi di contratti molto onerosi avevano creato una situazione piuttosto difficile. Cosa dovevo fare, andare in tv e dire abbiamo sbagliato a spendere troppo? Vi immaginate la reazione di tifosi e media? In silenzio mi sono rimboccato le maniche e ho iniziato a lavorare, quell’anno grazie ad alcune vendite e all’acquisto di soli due giocatori, Locatelli e Kean, facemmo un mercato morigerato subendo anche critiche".
Rapidissime battute conclusive, a tema calcio, sulle situazioni pendenti con la giustizia. A proposito dell'inchiesta sulle plusvalenze Juventus, anche a carattere sportivo, dice: "Le cose vanno avanti, continuo a credere nella giustizia. Vedremo cosa dirà la Corte Europea". E con Andrea Agnelli, vi sentite ancora? "Sì".