
Sassuolo, il film 2024/25: inizio difficile, finale 'scontato'. Ma che cavalcata! La svolta? Una sconfitta
"Dopo le prime 4 ho pensato fosse dura". Alzi la mano chi non lo ha pensato. Eravamo a fine agosto e come ricorda Fabio Grosso, il Sassuolo non aveva iniziato la sua avventura in Serie B nel migliore dei modi. Cinque punti nelle prime 4 partite. Pochi per una squadra considerata tra le favorite ma non da tutti come LA favorita alla vittoria del campionato e ad andare in Serie A, nonostante poi tutti i discorsi che son venuti fuori sulla squadra "fuori categoria", il paracadute, il monte ingaggi e il resto.
Il Sassuolo ha iniziato la sua cavalcata con un pareggio per 1-1 al Ceravolo di Catanzaro, con Armand Laurienté che ha fallito un calcio di rigore in pieno recupero. Era agosto e c'era la distrazione del calciomercato Sassuolo. Dovevano ancora arrivare alcuni elementi che sarebbero poi diventati fondamentali per mister Fabio Grosso (vedi il portiere Moldovan o Nicholas Pierini) ma soprattutto c'erano le voci sui big in uscita che non avevano tanta voglia di farsi un anno in Serie B. Su tutti Armand Laurienté ma anche Kristian Thorstvedt e Josh Doig - ad esempio - erano attratti e distratti dalle inevitabili sirene di mercato.
SCELTI DA SASSUOLONEWS:
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Poi la vittoria sofferta nel derby con il Cesena per 2-1 con la zampata del giovane Flavio Russo, il pareggio per 1-1 in trasferta a Bari con la squadra in 10 per larghi tratti della gara a causa del rosso mostrato a Lovato e infine il pesante ko per 4-1 in casa contro la Cremonese che fece arrivare il Sassuolo alla sosta con 5 punti in 4 gare. Non un ruolino da battistrada. E le prime preoccupazioni sull'atteggiamento dei neroverdi che non si erano ancora calati nella realtà. La Cremonese prende il largo con uno scatenato Johnsen e il Sassuolo di Fabio Grosso doveva ancora trovare la sua identità. In quella gara partirono titolari nel 4-3-1-2 Satalino; Toljan, Odenthal, Romagna, Doig in difesa, Kumi, Boloca e Caligara a centrocampo, Thorstvedt sulla trequarti con Antiste e Moro in attacco. Poi nella ripresa in campo Pierini (appena arrivato), Mulattieri, Pieragnolo, Obiang e Russo. Nella formazione che possiamo considerare come quella dei titolarissimi di questi ne sono rimasti 5, ovvero Toljan, Romagna, Doig, Boloca e Thorstvedt. Mancava il portiere Moldovan (ma Satalino ha fatto bene quando sceso in campo), non c'era Muharemovic, mancava Ghion in mezzo al campo, mancavano soprattutto gli esterni Berardi e Laurienté e Mulattieri era in fase di rodaggio.
La svolta paradossalmente però arrivò proprio dopo quell'1-4 interno. Da lì in poi il Sassuolo non si è praticamente più fermato inanellando una serie di 14 risultati utili consecutivi con 12 vittorie e 2 pareggi che hanno poi proiettato la squadra sassolese al primo posto della classifica con il sorpasso sul Pisa alla 14esima giornata grazie al 4-0 sulla Salernitana. Da quel momento in poi la strada è stata in 'discesa' con il titolo di campione d'inverno alla fine del girone d'andata e con qualche incidente di percorso, vedi la sconfitta negli scontri diretti con Pisa e Spezia, qualche vittoria sudata, vedi il 2-1 sul Palermo, o con il Cosenza in rimonta per 2-1 con i gol allo scadere di Moro e Lipani, o con la Salernitana alla prima del 2025, e poi anche tante goleade come la cinquina alla Samp o nel derby con la Reggiana, il 6-1 con il Cittadella (vittoria più larga in stagione).
Il girone di ritorno si è aperto con altri 7 risultati utili (6 vittorie e un pareggio) intervallati solo dalla sconfitta a La Spezia (2-1), risultati questi che hanno permesso di arrivare alla sfida decisiva con il Pisa al Mapei Stadium con un margine comunque rassicurante di 5 punti sulla seconda e 12 sulla terza in classifica. Con i toscani di Pippo Inzaghi, in una sfida divisa equamente con il primo tempo di marca neroverde e con la ripresa di marca toscana, l'ha spuntata il Sassuolo grazie alla rete di Luca Moro che ha segnato 7 gol ed è spesso risultato decisivo in questa stagione con i suoi guizzi.
Il primo successo negli scontri diretti ha regalato ai neroverdi nuova linfa e nuova fiducia per permettere alla squadra di proseguire nel migliore dei modi la stagione, al netto poi del blackout di Palermo con la sconfitta per 5-3, che però non ha frenato la cavalcata ma ha solo rinviato la festa di una settimana, quando il Sassuolo ha fatto suo il derby del Braglia contro il Modena imponendosi con un netto 3-1 (5 derby su 5 vinti sin qui, resta solo il ritorno a Cesena per il pacchetto completo) e poi con il 2-2 del Mantova in rimonta con lo Spezia ha festeggiato l'aritmetica certezza della Serie A. Un ritorno meritato e 'scontato' - vista la forza della squadra allestita dal direttore sportivo Francesco Palmieri che insieme alla società con Giovanni Carnevali in prima linea ha creato i presupposti per una grande annata - anche se nel calcio di scontato non c'è assolutamente nulla.
I numeri parlano chiaro e sono tutti dalla parte della squadra di mister Fabio Grosso: 23 vittorie in 33 gare con 73 gol segnati hanno permesso ai neroverdi di chiudere la pratica con 5 giornate di anticipo sulla fine del campionato, non senza fatica, perché al di là dei numeri e di quello che possono raccontare, la squadra si è meritata ogni risultato sul campo, sapendo anche soffrire e vincendo le partite anche grazie ai lampi dei suoi campioni, Domenico Berardi e Armand Laurienté su tutti, grazie alle parate di Horatiu Moldovan, alle geometrie di Daniel Boloca, e a tutti gli altri della compagnia che hanno trainato la squadra portandola a realizzare un'annata fantastica e che potrebbe diventare storica con alcuni record (vittorie, gol segnati e punti) ancora nel mirino.







