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Napoli da paura, Milan con paura. Pimenta e il patrimonio Raiola che rischia di sgretolarsi. Verona, la salvezza non si improvvisa: due soluzioni

Napoli da paura, Milan con paura. Pimenta e il patrimonio Raiola che rischia di sgretolarsi. Verona, la salvezza non si improvvisa: due soluzioniTUTTO mercato WEB
lunedì 7 novembre 2022, 06:31Editoriale
di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb

Si ma vediamo quando andrà a Milano. Si ma adesso deve andare a Roma con la Roma. Si ma a Bergamo con l’Atalanta non la vince. Nove punti in tre trasferte insidiose e capolista salda in serie A. Continua lo spettacolo del Napoli che, al contrario delle dirette concorrenti, fa passare inosservate assenze pesanti come quelle di Osimhen (prima) e Kvara (adesso). La grande forza dei partenopei è proprio questa.
La qualità del gruppo e la lunghezza della panchina. Se l’Inter ha perso punti senza i big, se Allegri piange da tre mesi giustamente per le assenze, le grandi squadre le fanno passare quasi inosservate le assenze dei titolatissimi.
Il Napoli produce calcio, vince e regala spettacolo. Grande merito di chi ha costruito questa squadra con competenza e pochi soldi. Merito di Spalletti che sta guidando una macchina, da lui stesso, resa perfetta. La sosta mondiale non ci voleva in questo campionato anomalo. Fermarsi domenica e ritrovarsi addirittura il 4 gennaio è una incognita per tutti. Non aiuta chi vola e chi sta bene.

Questo è il grande dilemma del Napoli che sarà penalizzato da questa sosta forzata. Il Napoli, anche se gioca ogni tre giorni tra Europa e campionato, va in scioltezza. Il Milan, invece, passa il turno di Champions ma continua a stentare in campionato. Dopo il ko di Torino arriva la striminzita vittoria interna con lo Spezia. Sono tutti segnali pericolosi con un Napoli che non ti lascia margine per altri errori.
La squadra di Pioli ha bisogno di rifiatare e di recuperare alcuni giocatori importanti. Il portiere su tutti. Fermarsi farà bene a Pioli che dovrà pensare a gennaio anche in chiave mercato. Questa squadra in estate è stata costruita bene ma ancora con alcune caselle vuote. Kessie non è mai stato sostituito e i colpi dell’estate 2022 non hanno convinto del tutto. Anzi.
Ora Maldini può sistemare qualcosa con il mercato invernale e l’accesso agli ottavi di finale (oggi scopriremo le avversarie) quasi te lo impone.

Nel frattempo gli agenti si sono scatenati e tutti si sono buttati sui calciatori della scuderia Raiola. C’era da aspettarselo. Capiamo anche il lavoro e oggi ci può stare. Non siamo falsi perbenisti. Certo, qualcuno poteva evitarlo di farlo durante i giorni di agonia di Mino oppure due giorni dopo la sua morte. Ma ognuno risponde alla sua coscienza. Oggi è già più normale. Molti calciatori sono scontenti e sono anche più raggiungibili dai vari procuratori. In tanti vogliono cambiare. Ovviamente sapevamo che l’azienda Raiola si basasse tutta su Mino. One man show. Lui si era inventato il giochino. Lui sapeva tenere i rapporti con gli assistiti, lui era un fenomeno nelle trattative. I collaboratori possono essere bravi ma se sono collaboratori un motivo ci sarà. E non è un’offesa per nessuno. Il cugino era un ottimo collaboratore ma non sarà mai Mino. E credo lo sappia bene anche lui. Ma di questo ragazzo si apprezza la buona volontà, si applica nel ricordo di Mino e prova a fare del suo meglio. Il problema, però, è la Signora Rafaela Pimenta. All’oscuro fin quando regnava Mino ma alla sua morte è emersa questa figura che con il calcio ha poco a che fare ma soprattutto sta rischiando di sgretolare l’impero a tempo di record. Sapevamo che non avrebbe avuto futuro ma le avevamo dato 2-3 anni di attività. Così, invece, sta bruciando tappe e calciatori. Molti sono scontenti del suo lavoro e vogliono cambiare scuderia. Il modus operandi della Pimenta non piace e sembra non abbia neanche tutta questa forza con i club. I primi mesi ha seguito la scia tracciata da Mino ma, poco alla volta, la scia è scomparsa. Come accade in cielo quando sfreccia un aereo militare. Ci sarà poco da fare e l’unica mossa che poteva far ben sperare la scuderia Raiola era la mossa di Ibra a capo del gruppo. Serviva un leader alla Mino. Però Zlatan vuole provare a fare ancora qualche partita e sembra più indirizzato ad un ruolo dirigenziale che da agente di calciatori. Staremo a vedere. Nel frattempo è caccia aperta ai “figli” di Mino. Quelli che non lo avrebbero mai tradito oggi fanno una preghiera per lui nel suo ricordo ma sono pronti a cambiare agenzia.
In chiusura una riflessione sul Verona. Con l’addio di Tony D’Amico, il club è crollato. Il lavoro di Setti è sempre stato intelligente e produttivo. Anche nella scelta dei collaboratori. Quest’anno, però, gli errori sono oggettivi ed evidenti. Da Marroccu a Cioffi fino a Bocchetti. Non c’è stata mezza scelta indovinata. Cioffi non andava preso e Marroccu non andava ascoltato. Prendere Bocchetti è stato un suicidio definitivo e un rischio che la società non si poteva permettere. D’altronde dopo aver preso Lopez e saltato solo perché mancava l’accordo si è preferita la scelta più comoda ed economica. Ma il risparmio non è mai guadagno. Se il Verona vuole salvarsi ha anche tempi e spazi. Cosa deve fare? Prendere Ballardini o Andreazzoli e ringraziare il Mondiale per la lunga pausa. Quando si tornerà in campo, dopo questa settimana, sarà già aperto il mercato di riparazione. Serve un allenatore e almeno 3 acquisti di spessore. Se non sanno chi prendere meglio fare una telefonata a D’Amico per avere qualche consiglio in amicizia.

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