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Milan, Fofana un affare. Prendilo! Juve, Muriel altro che Arnautovic. Imprenditori vincenti... ma non nel calcio. I casi illustri

Milan, Fofana un affare. Prendilo! Juve, Muriel altro che Arnautovic. Imprenditori vincenti... ma non nel calcio. I casi illustriTUTTO mercato WEB
lunedì 8 agosto 2022, 08:00Editoriale
di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb

Il Milan alla disperata ricerca di un centrocampista. E qui i rossoneri sono arrivati un pò lunghi. Se nel caso di Donnarumma non si erano fatti trovare impreparati, Maldini e Massara si sono fatti spiazzare da Kessie e soprattutto da quel maledetto mese di Giugno dove sono passati troppi treni. Piove sul bagnato e l'infortunio di Tonali a Vicenza non ci voleva. Un vero guaio per Stefano Pioli che rischia di iniziare il campionato senza i due di centrocampo titolari. Qualche nome, buono, sulla piazza ovviamente c'è ancora. Fofana del Lens, uscito nelle ultime ore, sarebbe perfetto per come gioca il Milan. Ad Udine ha fatto la differenza e, forse, è stato ceduto troppo a cuor leggero. In Friuli giocava da mezzala in un centrocampo a 5, ma a 2 sarebbe un esperimento interessante per un centrocampista che ha sia quantità che fisicità oltre a grande qualità e vizio del gol. Un compagno di banco perfetto per Tonali. Il Lens deve fissare il prezzo. La proprietà è la stessa del Padova. Un fondo che prova a sfondare anche in Italia, finora senza riuscirci con il progetto impallato in serie C.
La Juventus deve decidere cosa fare con la punta; anche perché il campionato è alle porte. Vlahovic sarà il titolare ma serve un vice alla sua altezza. Tanti nomi sono stati fatti finora. Troppi. Arnautovic non può essere il sostituto giusto. Anche per tipologia di carattere non è il vice che serve alla Juventus. Allegri farebbe il vero colpo con Luis Muriel. Uno che ti spezza le partite e un attaccante capace di giocare sia a 2 avanti che nel 4-3-3 con frecce come Chiesa e Di Maria. L'attaccante dell'Atalanta sarebbe la soluzione perfetta per i bianconeri. Arriverebbe in una grande società nel pieno della maturazione. Fare affari con la Dea non è mai semplice ma se la Juve si muove con decisione può portare a casa il suo bomber che non ce la sentiamo di definirlo "di scorta".
Le amichevoli e la Coppa Italia lasciano il tempo al calcio vero. Da sabato ci divertiamo. Alla faccia di chi diceva che a ferragosto non si può giocare. Gli stadi saranno tutti pieni e sono previste 300 mila persone sugli spalti di serie A, da sabato a lunedì. La gente ha fame di calcio e non tutti possono permettersi un mese di vacanza. Giocare a Ferragosto conviene, come converrebbe giocare a Natale. Troppi lunghi i mesi estivi senza calcio. L'Inter sbanda in difesa, il Milan convince nel pre-campionato ma adesso si cambia registro per tutti ed è inutile pensare che l'Inter vista a Pescara sarà la stessa di sabato a Lecce. Quando si fa sul serio cambia anche la testa dei calciatori.
In chiusura una riflessione sugli imprenditori nel calcio. Se sei vincente nella vita professionale e fai calcio non è detto che tu riesca a vincere anche nel maledetto pallone.

Anzi. Abbiamo casi illustri dove i soldi ci sono e farebbero felici tutti ma l'equazione soldi=vincere nel calcio non ha mai funzionato. Il Sassuolo di Squinzi prima di arrivare ai livelli di oggi ha speso una marea di soldi in C, non riusciva a salire dalla B alla A e solo dopo tanti tentativi ha trovato il Paradiso. A Vibo, il Presidente Caffo addirittura è retrocesso in serie D con la sua Vibonese. Il "Signor Amaro del Capo" che con le sue finanze potrebbe fare una serie A di alto livello addirittura ha perso la Lega Pro. Il fondo che gestisce il Padova ha anche il Lens in Francia ma sono due anni che spende e spande ed è ancora in serie C. Tanti casi di imprenditori forti ma che nel calcio non sono riusciti a sfondare. A Firenze i Della Valle sono stati costretti a scappare. Gli unici successi sono state le plusvalenze di Corvino. A Torino, Urbano Cairo, Signor Rcs, non riesce a lanciare il progetto Toro ed è Presidente ormai dal 2006. Tanti insuccessi e pochissime soddisfazioni. Saputo a Bologna ha deciso di fare le cose oculate, giustamente, ma il progetto non decolla eppure potrebbe costruire una squadra da Champions, soldi alla mano. Delusione calcistica anche per un altro grande imprenditore italiano, Rosso. Prima a Bassano (dove ha mollato senza mai arrivare in B) e poi una volta passato a Vicenza, promosso in B subito retrocesso in C. Più che il Diesel ci vorrebbe una colonnina elettrica per far muovere una macchina da sempre ingolfata. I conti, del calcio, non tornano anche a Salò con Pasini. Grandissimo imprenditore, spende tanto, ma risultati poco o nulla. Poche eccezioni di imprenditori vincenti nel calcio. Piaccia o no, Lotito fa girare il business della Lazio. Stesso discorso per De Laurentiis a Napoli. Un genio a passare dai cinema agli stadi. I Pozzo sono i veri imprenditori del calcio e hanno capito tutto quando si sono messi in testa di fare solo questo. Azienda vera. Lasciano la Casals per dedicarsi all'Udinese. Cosa fai di mestiere? Calcio. Risponde Pozzo. Giustamente. Stesso discorso a Bergamo. Geniali i Percassi ma hanno fatto una scelta diversa. Imprenditori e imprenditori di calcio ma quando c'è stata la possibilità, e hanno fatto bene, hanno ceduto parte del capitale ai fondi. Mossa strategica e vincente. Il calcio, per come è strutturato il sistema, fa perdere soldi e non li fa fare. Fin quando Gravina non farà le riforme e non avremo una burocrazia leggera per la costruzione degli stadi, fare calcio è per folli che vogliono buttare soldi dalla finestra e nelle tasche dei procuratori amici.

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