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Juve, sei in ritardo. Gasp, pessima gestione del gruppo. Colpo Barak, la Fiorentina fa l'affare. Napoli, una settimana da leoni. Il "Pastore" ha perso il gregge

Juve, sei in ritardo. Gasp, pessima gestione del gruppo. Colpo Barak, la Fiorentina fa l'affare. Napoli, una settimana da leoni. Il "Pastore" ha perso il greggeTUTTO mercato WEB
lunedì 22 agosto 2022, 08:00Editoriale
di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb

Gli acquisti di Pogba e Di Maria ci avevano fatto riaccendere le luci sulla Juventus. Poi gli infortuni, ai quali si aggiunge Bonucci e il buio sul mercato. I maligni che pensano "li hanno presi rotti" gli altri cattivi che dicono "la preparazione è stata sbagliata e andare negli Usa è stato un disastro solo dopo pochi giorni dall'inizio del ritiro" ma noi che siamo sempre buoni diciamo che si tratta di semplice sfortuna. Passiamola così ma ora arriviamo al punto. La Juve si è fatta fare prigioniera dalla Signora Rabiot che sta ritardando tutte le mosse di Cherubini. Allegri ci propina adesso Rabiot in campo e Kean come prima alternativa a Vlahovic. Devono andare via entrambi perché la Juve ha bisogno di Paredes e di un attaccante diverso da Kean, ormai già bocciato dai bianconeri. Siamo in ritardo e tra dieci giorni chiude il mercato, un altro giro di valzer e ci fermiamo per il mondiale e la Juve non può farsi trovare impreparata per i colpi finali. Intanto stasera ha un altro test alla portata, contro una Sampdoria paralizzata dalla situazione societaria e non riesce a mettere una scopa neanche se gioca da sola al tavolo.
A Bergamo Gasperini continua a fare danni, conferma che il suo ciclo era finito e che i calciatori non ne possono più dei suoi atteggiamenti e metodi. Come allenatore un fuoriclasse al quale manca completamente la gestione ed è per questo che non è mai esploso con squadre di primissimo livello. Sul campo potrebbe dare lezioni agli altri 19 allenatori della serie A ma su come si gestisce un gruppo farebbe fatica a spiegarlo anche ad un tecnico che inizia oggi e parte dall'Eccellenza. I Percassi fanno bene a dargli fiducia ma hanno sbagliato a dargli troppa importanza e carta bianca. L'allenatore resta, seppur bravissimo, un dipendente. E un dipendente (allenatore) non può decidere il futuro di un altro dipendente (il calciatore) per simpatie e antipatie. La società deve essere più forte e avrebbe dovuto capire che l'anno scorso il ciclo Gasperini era finito. Un ciclo non sportivo che potrà regalare ancora delle soddisfazioni ma era finito un ciclo temporale e di rapporto umano con gran parte dello spogliatoio.
A Firenze, quest'anno, stanno facendo grandi cose. Mercato intelligente e serio. L'arrivo di Barak dal Verona è una chicca che non tutti possono capire ed apprezzare. Barone e Pradè hanno preso una delle mezze ali più forti del nostro campionato. Ad Udine si era espresso a metà perché non si era mai integrato, a Lecce e Verona è esploso perché ha sentito la fiducia di società e ambiente. A Firenze potrà chiudere il cerchio e far capire alle grandi che lui è diventato grande. Se la viola non si incarta potrà essere la vera rivelazione di questo campionato.
Complimenti al Napoli. Dopo un giugno e luglio disastrosi, dopo le notizie funeree dei soli addii alla maglia azzurra, in una settimana Giuntoli ha piazzato colpi che hanno sistemato la rosa e hanno rilanciato l'entusiasmo dei tifosi. Da sistemare ancora il capitolo portiere, la difesa non sembra forte come gli scorsi anni ma per il resto del campo l'organico è stato rinforzato adeguatamente alle partenze.

Il Napoli ha fatto le cose in ordine sia sotto il punto di vista tecnico che di bilancio. Forse i napoletani dovranno avere un pizzico di pazienza perché cambiare così tanto in un organico presuppone che ci voglia tempo per un allenatore per farsi capire dai nuovi calciatori. Obiettivo restare in Champions, forse per la lotta allo scudetto quest'anno bisognerà passare. Ma non è detto. Tutto dipenderà dai tempi di apprendimento dei nuovi.
In chiusura una riflessione anche sugli agenti. La serie A è nelle mani del giovane Beppe Riso, cresciuto a pane e Galliani rubando i segreti del Condor. La scuderia Raiola ha perso il suo artefice tragicamente ma sta tenendo botta alla grande nel primo mercato senza Mino. E' l'estate degli intermediari. Comanda Busardò (con Inter, Verona e Atalanta), seguono i fratelli Giuffrida (con il Milan in prima fila ma hanno perso Walter il magnifico) perdono colpo i vecchi mestieranti, dove si salva solo Tullio Tinti. Faticano le nuove generazioni. Minieri è bravo e ha fatto bene a separarsi da Pagliari che vede il calcio come nei primi anni 2000 ma deve strutturarsi per viaggiare da solo. Antonelli torna a fare l'agente e piazza il colpo Udogie al Tottenham. Chi ha perso il gregge è Pastorello. Estate da dimenticare ma soprattutto tante domande da porsi. Come si fa a passare, in poco meno di due anni, da leader del mercato ad un fuggi fuggi generale dalla sua agenzia? E quelli che sono rimasti, a dieci giorni dal gong, sono ancora in mare aperto. Cancellieri alla Lazio era suo e si è evaporato. Pastorello? No basta, grazie. Bernardeschi ha fatto le valigie per Toronto e l'ha mollato sul più bello, senza citare lo smacco Lukaku dove la gestione è stata approssimativa con il belga che voleva tornare all'Inter e per farlo ha preferito un avvocato al suo vecchio agente. I problemi non sono finiti qui perché il mercato sta finendo e ci sono situazioni da definire e sono tutte le sue. Meret è un dilemma per il Napoli e anche la gestione mediatica sta penalizzando il ragazzo. Pastorello deve piazzare Arthur che fa il giro del mondo ma non trova una giusta sistemazione senza citare Acerbi che è diventata la telenovela del mercato messo a giro addirittura per un ridicolo scambio di poltrone politiche. Troppi errori che i calciatori non perdonano. E di questo passo la lista di sopra è destinata ad allungarsi. L'effetto Chelsea poteva essere un plus e si è trasformato in un boomerang di distrazioni.

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