Dybala-Scamacca per sostituire Lautaro. Ma Inzaghi rischia se l’Inter non riparte con la Juve. Brozovic torna. Allegri aspetta Zaniolo e attacca Guardiola, ma sbaglia. Milan: Origi sì, Sanches ni
Il crac della Nazionale ha tolto la scena al campionato ma attenzione, nel prossimo turno potrebbe esserci la svolta decisiva per lo scudetto. Da Juve-Inter e Atalanta-Napoli potrebbe anche arrivare l’investitura finale per il Milan che gioca con il Bologna, di sicuro da queste sfide avremo indicazioni più precise sulla volata finale.
Ovvio che i riflettori siano accesi soprattutto sullo Juventus Stadium dove arriva l’Inter e dove Dybala gioca la sua prima partita da ex juventino e da promesso sposo nerazzurro. Incrocio curioso, eccitante se volete. Abbiamo già scritto più volte che lasciare andar via a zero uno come Dybala (vale ancora 50 milioni) è una follia. La Juve avrebbe dovuto battere altre strade, cercare un’intesa con il giocatore per una soluzione condivisa sul mercato, ma certe operazioni vanno ideate per tempo e poi messe in pratica prima di andare a scadenza, ho visto troppa improvvisazione e cambi di rotta decisi con leggerezza. Comunque ormai è andata e se davvero Dybala dovesse finire per rinforzare l’Inter la beffa sarebbe doppia.
Ma andrà davvero ai nerazzurri?
L’accordo non c’è ancora. Normale che se ne parli, normale che Marotta ci pensi da tempo, abbia fatto delle proposte e il giocatore rifletta, ma l’affare non è fatto.
Dybala però è la perfetta operazione per quest’Inter che deve rinforzarsi senza pesare sui bilanci. Costerà d’ingaggio (sette milioni?) e questo è ovvio, ma con Sanchez in uscita i conti potrebbero già essere pari. Ma il solo Dybala non può bastare, e con Dzeko ai titoli di coda (36 anni) l’attacco nerazzurro ha bisogno di un centroavanti buono per l’oggi, ma soprattutto da crescere per il futuro.
Sintetizziamo: l’idea è mettere insieme Dybala e Scamacca. Uno inventa e fa gol d’autore, l’altro mette il fisico e aspetta assist. Non è pensabile, infatti, affidarsi a un attacco poco fisico con Lautaro-Dybala, i nerazzurri hanno bisogno di un terminale come è stato Lukaku e come è, con caratteristiche diverse, ora Dzeko. Lautaro e Dybala, se volete, non sono adatti nessuno dei due a fare la prima punta e insieme faticherebbero.
Ecco allora l’ipotesi di dare il via libera a Lautaro per cambiare integralmente l’attacco. L’argentino non sta facendo male, ha comunque segnato 14 gol, ma ha un rendimento poco continuo, per le qualità che ha da lui si aspetta sempre qualcosa in più e c’è anche la sensazione che nel rapporto con l’Inter stiano mancando degli stimoli e dell’energia anche se il contratto è stato rinnovato pochi mesi fa. E allora?
Lautaro ha mercato in Spagna (Atletico soprattutto), ma anche in Premier (Tottenham e non solo) e attualmente per Transfermarkt vale una settantina di milioni. Questi soldi potrebbero servire a chiudere con il Sassuolo l’operazione Scamacca valutato quaranta milioni, con un residuo di cassa da investire magari in un vice-Brozovic. Questo è lo scenario che si prospetta mentre sono sorte difficoltà per Frattesi con il Sassuolo, forse dietro c’è la Juve ma lo vedremo.
Attorno a Dybala restano comunque dubbi. Con il cartellino in mano potrebbe anche chiedere dieci milioni d’ingaggio, una cifra che per l’Inter diventerebbe problematica. Cadute invece le remore sul passare dalla Juve agli storici rivali, per come è stato trattato sente anzi la voglia di rivincita. Un abile stratega come Marotta sta tessendo la tela.
Il perché la Juve abbia mollato Dybala è invece certo e duplice. Da una parte l’aspetto economico e l’investimento giudicato eccessivo, dall’altra la voglia di cambiare il progetto tecnico. Allegri vuole una squadra più fisica, più potente, più contropiedista e caratterialmente più forte. Non a caso in un’intervista anticipata ieri ha parlato di contropiede, di lanci lunghi, anche del portiere. Vedo una Juve muscolare con un trio d’attacco che strappa fatto da Zaniolo, Vlahovic e Chiesa. Tutta gente che riparte, che ha gamba, che ha forza. Dybala è un giocattolino che inventa, rallenta l’azione, ha bisogno di ricamare e sarebbe stato un freno al nuovo-vecchio calcio allegriano.
Nella stessa intervista però, Allegri ha commesso un errore imperdonabile ai suoi livelli. Nel tentativo di massacrare Guardiola con un guanto di velluto per portare acqua al mulino del suo calcio meno organizzato e più essenziale, ha detto che il portiere del City è l’ispiratore della manovra con lanci anche di settanta-ottanta metri. Potrà anche succedere in qualche frangente, ma i numeri minuziosi degli inglesi dicono esattamente il contrario: Ederson è quello che lancia meno in tutta la Premier con grande distacco. Ognuno fa il calcio che vuole, ma per demonizzare quello che funziona bisognerebbe essere un po’ più precisi. Così per dire, s’intende. Poi il contropiede e il caro vecchio gioco italico possono sempre avere un loro perché. Soprattutto se porta risultati e questo è il problema. Dicevamo prima di Zaniolo e non si scopre niente di nuovo. Ma la Juve li pagherà i cinquanta milioni chiesti dalla Roma?
L’idea c’è, ma la strada non sembra in discesa anche se Mou come Mancini pensa che Zaniolo debba ancora migliorare e parecchio nella capacità di giocare con e per la squadra. Individualisti si nasce, grandi giocatori si deve diventare.
Tornando a Juve-Inter di domenica sera chi rischia di più questa volta non è Allegri, ma Inzaghi. L’Inter in campionato non funziona più da due mesi e l’allenatore sta suscitando perplessità per il calo atletico generale, per la gestione della rosa e dei cambi, per la vicenda Brozovic. A proposito, il croato domenica sera ci sarà e non è poco. Inzaghi ha fatto benissimo per 2/3 del campionato, ma la fase finale è quella che conta. Se l’Inter ripartirà un periodo no ci può stare e sarà derubricato, se invece dovesse chiudere così, al di là delle scudetto, nascerebbero perplessità anche sul futuro dell’allenatore. Si possono inventare tre mediani diversi (Barella, Vecino, Chalanoglu) per tre partite senza Brozovic senza avere una soluzione certa e affidabile provata in allenamento?
Non si sperimenta a certi livelli e poi le sostituzioni nel Derby tornano troppo spesso a mente non a noi, ma in società. Comunque, banalità, basta vincere a Torino per spazzare via tutto e tutti. Il problema è che sarà complicatissimo proprio per le pressioni e l’attesa che la Juve questa volta ha di meno.
E il Milan aspetta. Sul mercato invece si muove. Origi, 27 anni, in scadenza col Liverpool è un ottimo affare sia economico (con il decreto crescita) che tecnico. Giocatore di personalità, può ricoprire diversi ruoli nel modulo d’attacco rossonero, centrale o esterno, e anche quando parte dalla panchina sa entrare in partita con facilità. Quest’anno ha giocato poco, aveva bisogno di rilanciarsi.
S’è raffreddata e sicuramente complicata, invece l’operazione Sanches del Lille. Il Milan non ha chiuso a gennaio e adesso attorno al portoghese ci sono altre società (anche la Juve) e perplessità sull’ingaggio richiesto che si aggira attorno ai sei milioni. Storia non chiusa, in sospeso.