Bomba Milan: Rangnick non accetta divisione dei poteri, Pioli continuerà (e Ibrahimovic...). I 50m€ per Zapata sono dell'Atletico, la Juventus rilancerà? Inter: idea Gabriel Jesus se Lautaro...
L'allenatore che fabbrica centravanti è stato assassinato verso sera, scriverebbe qualcuno ben più importante di me. Ralf Rangnick, colui che ha scoperto e lanciato Mané, Firmino, Werner e Haaland giusto per citarne alcuni, è stato (lavorativamente) assassinato alle soglie del soglio milanista da una letale serie di risultati positivi per tutti tranne che per lui.
Circa tre settimane fa su queste colonne lanciai per la prima volta l'idea alla dirigenza del Milan: 'non sarebbe il caso di provare a trovare una convivenza tra il Rangnick dirigente e il Pioli allenatore, visto che il tedesco è a digiuno di lingua, mondo Milan e gestione di una bestia ad alta pressione come quella indiavolata rossonera, nonché da alcuni anni soffre la tensione in panchina?'.
E viene fuori che i risultati in serie, il gioco sempre migliore, la personalità assunta dallo spogliatoio, e l'insperata comunione di intenti tra squadra e guida tecnica avevano proprio spinto Gazidis a cercare la quadra in questo senso: non disfiamo, creiamo partendo da quello che c'è.
Ma risulta che Rangnick non ci sia stato: da parte sua veniva per un progetto tout-court dove la sua visione era imprescindibile, e non potendo attuare come promessogli, ha preferito rinunciare.
Tutto lecito e rispettabile, come lecito e rispettabile è proprio il tentativo del Milan di fare convivere i mondi. Anche se rimane una questione: stante la ragionevolezza da parte della società nel non disfare il buon lavoro, tuttavia è ben sorprendente che messi di fronte alla scelta, al Milan abbiano immediatamente abbandonato l'idea della lunga progettualità coltivata sin da novembre. Insomma: ragionevolezza avrebbe suggerito, come è stato fatto, di trovare una via per la convivenza; in seguito, coerenza avrebbe suggerito di scegliere il progetto a lungo termine.
Adesso Pioli ottiene il prolungamento del contratto. Che vuol dire anche probabile permanenza di Ibrahimovic, e di questo francamente siamo tutti indistintamente contenti. Un uomo che praticamente con il Milan vivrà Tre Storie d'Amore, e questo grazie a La Solitudine del Manager (sì, sono tutti indizi disseminati nella scrittura da quel qualcuno più importante di me di cui sopra).
A proposito di centravanti, balla il vallenato Duvan Zapata sulla via tra Bergamo e Torino. Ieri Sky comunicava che l'offerta di 30 milioni di € più Perin non era sufficiente non solo per la valutazione in sé che a tutti noi risultava irricevibile, ma anche perché l'Atalanta aveva rifiutato una offerta da una squadra estera di 50 milioni di €. Anche perché Percassi valuta il colombiano 80 milioni, quantomeno come prezzo di partenza - poi si fa sempre in tempo scendere sulla sessantina.
La squadra estera che ha visto rifiutata l'offerta è la stessa che ha intessuto i contatti per lui nei mesi prima della pausa: è l'Atletico di Madrid che ha visto tornare indietro la proposta da 50 milioni per trovare il centravanti che non riesce più a essere Diego Costa e che non è mai riuscito a essere Morata. Per ora non è tornato a bussare, ma l'asticella per la prossima offerta è già spostata verso la sessantina.
Nel frattempo l'Inter spera sempre più che il progetto Lautaro del Barcellona vada in malora, e potrebbe davvero riuscirci visto come girano le cose di questi tempi nelle stanze del Camp Nou.
Tuttavia è lunga fino al 5 ottobre, e la clausola scaduta è solo un'indicazione, nemmeno troppo vincolante. Però nelle stanze dell'Inter si prova a farsi trovare preparati, e allora si è identificato il primo obiettivo alternativo. Non facile e non conveniente, ma del resto si tratta di sostituire uno che andrebbe via per un centinaio di milioni, dunque non potrebbe essere altrimenti. Dall'Argentina al Brasile, da Lautaro si passerebbe a Gabriel Jesus: mica facile e mica scontato, ma l'Inter dopo Hakimi punta altissimo, e questo è il tenore dei sogni. Dal toro a gesù, sarebbe una parabola mica da ridere.