Brahim Diaz: "Convinto di aver scelto il Marocco, non ho mai fatto pressioni a nessuno"
Brahim Diaz rompe il silenzio. Dopo la scelta di giocare per il Marocco e non per la Spagna, il trequartista del Real Madrid ha parlato così a Cadena SER: "Non ho preteso niente, non ho mai fatto pressioni e mai lo farò. Io parlo sul campo, dove si è bravi e si accumulano i meriti. Non sono il tipo di persona che fa queste cose".
Come si sente?
"Spagnolo al 100% e marocchino al 100%. Sono cresciuto in Spagna, se dovessi segnare contro di loro sarei felicissimo, ma preferirei farlo contro un altro paese. L'amore che mi hanno regalato Spagna e Marocco è molto grande, sono due paesi meravigliosi. Ho radici marocchine da parte di mia nonna paterna, ma sono cresciuto in Spagna".
Esulteresti qualora segnassi contro la Spagna?
"In questo momento non so cosa dirti, ma ti dirò che sono convinto al 100% della mia decisione".
Come mai ha scelto il Marocco?
"Decido sempre con il cuore e anche questa volta è stato così. Sono un ragazzo con dei sogni, semplici. L'affetto e il progetto che mi hanno prospettato in Marocco mi sembra molto buono. La decisione è presa. Adesso non vale più la pena pensare a cosa sarebbe successo se... Non cambierei nulla. Non pensavo al fatto che De la Fuente mi potesse chiamare o meno per prendere questa decisione. Sono tranquillo. Ho dovuto scegliere tra due paesi che amo. Malaga è la mia città e ho radici marocchine. Mi hanno dato questa opportunità e sono molto grato. Ho scelto e non c'è bisogno di pensare. Non ne parlerò più. Sono sempre grato a tutti. Ho deciso e non guardo indietro".
Lei è convintissimo dunque?
"È una scelta fatta e ne sono sicuro. Nella vita bisogna farle ed è normale. Non ho messo pressioni a nessuno. Mi sono dedicato al campo. Tutti sognavamo da bambini giocare il Mondiale. Mi sento rappresentato da quello che hanno fatto in Qatar, ero felice. È una scelta vastissima".
Invece il Real Madrid che cosa rappresenta?
"Ho detto sì appena hanno chiamato. È impossibile dire di no al Real Madrid. È un'altra dimensione. Ho detto sì e li ho ringraziati. Se arriva il Real Madrid non si ascoltano altre offerte. È il livello più esigente del mondo".
A Manchester e Milano ha imparato molto.
"Si tratta di imparare sempre, perché significa migliorare. In Inghilterra all'inizio è stato difficile per me a causa della lingua, ma con Guardiola ho capito tante cose. In Italia ho trovato cose che mi mancavano. È un campionato molto tattico, il calcio è tutto molto misurato. Mi si adattava in modo spettacolare. E ho avuto la fortuna che la gente mi amasse molto. Mi piace la sfida di ribaltare la situazione. Ho il calcio di strada nel sangue, ma ho imparato molto dai difensori centrali".
Qual è il regalo che vorrebbe?
"Penso di essere in un grande momento, sto realizzando un sogno. La palla non mi brucia, la pressione non si fa sentire, l'affetto incredibile dei tifosi c'è. Il Real Madrid è incredibile, il migliore al mondo".
Che allenatore è Ancelotti?
"È come un padre per noi."
E Bellingham quanto è forte?
"È incredibile come giocatore e come persona. Gli dico che ha tutto".
Contento dell'arrivo di Mbappe?
"Non mi piace parlare di questi argomenti. È un giocatore di un'altra squadra. È una questione di rispetto".