
Gasperini-Atalanta, il futuro è un rebus da risolvere subito
La stagione nerazzurra sta vivendo settimane decisive, eppure a tener banco non è soltanto la corsa Champions. A scuotere l’ambiente Atalanta sono state le dichiarazioni di Gian Piero Gasperini, tornato sul proprio futuro in occasione della consegna dei premi USSI a Coverciano. Parole chiare che aprono una riflazione urgente in casa nerazzurra.
LA PRECISAZIONE DI GASPERINI
Intervenuto ai microfoni di Sky, Gasperini ha voluto chiarire una volta per tutte il senso delle sue parole recenti: "Non ho mai sostenuto che avrei lasciato l’Atalanta al termine di questa stagione. Ho semplicemente detto che non firmerò ulteriori rinnovi contrattuali". Una dichiarazione inequivocabile, che conferma come il tecnico non sia intenzionato ad allungare un accordo attualmente valido fino a giugno 2026.
UNA SCADENZA DELICATA
Se in teoria Gasperini potrebbe restare sulla panchina nerazzurra anche la prossima stagione, il mancato rinnovo anticipato pone la società davanti a una scelta complessa - approfondisce Il Corriere di Bergamo -. In un club di alto livello, raramente si assiste a un tecnico che giunge serenamente a scadenza. Gasperini, uomo esperto e navigato, ne è consapevole. Le sue parole, oltretutto non concordate preventivamente con la proprietà Percassi, impongono dunque una riflessione immediata e profonda sul futuro.
L'IPOTESI DELLA RISOLUZIONE CONSENSUALE
Il nodo principale della vicenda è di natura economica: l’allenatore piemontese percepisce uno stipendio annuale di circa 5 milioni di euro, una cifra seconda solo a quella dei tecnici impegnati nella lotta scudetto. Per entrambe le parti, una soluzione di buon senso potrebbe essere la risoluzione consensuale del contratto, scenario molto comune nel calcio. Questa operazione, inevitabilmente, comporterebbe il pagamento di una buonuscita da parte della società al tecnico: la cifra ipotizzabile potrebbe aggirarsi attorno ai 2,5-3 milioni di euro.
NESSUN INTERESSE ALLA ROTTURA
È chiaro che nessuno, né Gasperini né la società, abbia interesse a creare tensioni o strappi che danneggerebbero entrambe le parti. Un eventuale esonero costringerebbe infatti l’Atalanta a versare per intero l’ingaggio restante, impedendo al tecnico di allenare altrove senza dimissioni, e quindi senza percepire alcun compenso ulteriore. Si punta dunque a un confronto pacifico, consapevoli del reciproco rispetto costruito in questi anni.
UN MESE PER DECIDERE
Tra poco più di un mese la stagione sarà terminata, e allora sì che le parti potranno sedersi attorno a un tavolo e chiarire definitivamente il futuro. Qualunque sarà la scelta finale, ci sarà l’impegno da parte di tutti a tutelare la serenità e l'immagine di un legame sportivo e umano che ha scritto la storia recente dell’Atalanta.
Comunque andrà, quella tra Gasperini e la Dea resterà una delle pagine più belle ed emozionanti del calcio italiano degli ultimi anni. Ma il presente, adesso, chiede chiarezza e rapidità per garantire al club e al tecnico un futuro all'altezza delle aspettative.







