TMW RADIO - Caliandro: "Tetto FIFA alle commissioni degli agenti? E' solo una mossa mediatica"
A TMW Radio, durante Maracanà, nella quinta puntata della rubrica "La Voce dell'Agente" in collaborazione con A.I.A.C.S. – Associazione Italiana Agenti Calciatori e Società è stato ospite Francesco Caliandro, consigliere del direttivo dell'associazione.
Il nuovo regolamento agenti FIFA rischia di incidere sull'attività dell'agente medio-piccolo. Perché è stato messo un tetto alle commissioni degli agenti?
"E' solamente un voler dare una risposta mediatica. I numeri di incidenza parlano chiaro. In realtà credo che si sia solo voluto dare un'imbiancata a una facciata abbastanza annerita ma non per colpa degli agenti. Mossa populistica? Non vogliono sapere la realtà. Basterebbe mettere le persone giuste al posto giusto. Nessuno vuole metterci le mani seriamente su questa cosa. Se ne renderanno conto con gli scenari che emergeranno se entrerà in vigore questo regolamento. Vedremo le ricadute nel sistema. Gli agenti hanno contribuito alla crescita del sistema".
Caso Pogba: c'è un modo per una società di tutelarsi a una situazione del genere?
"E' sempre esistito, è scritto nell'accordo collettivo la risoluzione. Ha norme a tutela della società e a difesa del giocatore anche. Magari ci sono delle cose che non sappiamo su questa vicenda".
Con il tetto delle commissioni scompaiono gli agenti di Serie B e C?
"Penso che il problema della B o C va ricercato nella nostra situazione conclamata di avere due campionati che non riescono più ad essere produttivi di nuovi calciatori".
Come si tutela la fascia dei professionisti di B o C?
"Gli elementi ci sono. Servirebbe una strategia da parte dei club, che sono venuti meno nella formazione di certi calciatori. Serve ricerca, formazione, voglia di investire sui settori giovanili. I giocatori ci sono, bisogna solo rimetterli nelle condizioni di fare bene ed emergere".
E' favorevole alle seconde squadre?
"Il fatto di aver elevato nuovamente l'Under 19 ad U20 vuol dire che quel processo anticipatorio a cui avevano dato fede non si è rivelato tale. E' pacifico che i giocatori che escono da una Primavera non sono pronti per un campionato come la LegaPro. Mandarlo prematuramente in un club dove ci sono pressioni mediatiche, in qualsiasi categoria, si rischia. Serve che ci sia un ragazzo forte fisicamente e mentalmente. E aggiungo che sono favorevole alle seconde squadre. Oggi il calcio va una velocità diversa rispetto a prima, abbiamo bisogno delle seconde squadre perché servono giocatori sempre più pronti, visto che aumentano le competizioni. Anzichè mandare in prestito i ragazzi può tenerli e farli crescere con la seconda squadra".