Un’Unione orgogliosa impatta al Tardini
Questi ragazzi, questo mister e questa curva meritano qualcosa in più. Questa squadra merita una società che li sostenga veramente, un presidente che non venga solo a prendersi gli applausi quando le cose vanno bene, ma che sia presente quando ci si gioca il presente ed il futuro; una dirigenza che non permetta di affrontare le partite decisive della stagione con giocatori già venduti, con altri fuori ruolo e, soprattutto, con quella sensazione che la serie A sia solamente una passeggiata, un fugace momento di gloria prima di tornare dove le finanze lo permettono. “Sfruttare” il nome della nostra città comporta degli obblighi, quelli di portare rispetto a chi, per anni, ha vissuto le categorie più infime solo per portare il nostro nome ed i nostri colori ovunque, sempre, per puro e semplice orgoglio. Un orgoglio che questi leoni oggi hanno dimostrato di avere, oltre ogni difficoltà, nell’incubo di abbandonare ogni speranza già a gennaio, tirando fuori una prestazione pregna di grinta, voglia e qualità. Perché ciò è stato, con un undici fatto di due giocatori fuori ruolo e sul mercato da settimane ed un centrale febbricitante.
Questo VeneziaMestre ha, non solo i margini, ma ogni possibilità per salvarsi. E lo ha dimostrato oggi, quando chiunque di noi, leggendo la formazione, avrebbe temuto il peggio. E spiace anche per un ragazzo che avrebbe meritato di sondare altri lidi da tempo, e che invece è stato buttato in una gogna mediatica che dopo l’anno scorso non avrebbe meritato. Ma una società deve volerla la serie A, deve conquistarsela fino alla fine con ogni briciolo di dignità che gli è rimasto. Invece non è stato così. Si è fatto esclusivo affidamento sulla fierezza di questo gruppo, anziché intervenire con i modi ed i tempi che questo palcoscenico avrebbe preteso. La partita di Parma ha dimostrato due cose. La prima è che abbiamo una squadra, un gruppo di interpreti che sanno cosa serve per uscire da questa classifica. L’altro, una società che invece ha scelto di investire il meno possibile per realizzare un’impresa che, a questo punto, diventerebbe leggendaria. Per cui non c’è nulla di cui rammaricarsi oggi, quando l’Unione ha sfoggiato una gara di valore e carattere. Nonostante una situazione francamente grottesca a questi livelli, i ragazzi di Di Francesco hanno approcciato al match con tutto ciò che serviva per rendere fiero il suo popolo. Ha trovato le distanze, la strategia, la voglia per mettere alle corde un avversario che, dopo oggi, rischia seriamente di tornare tra le candidate alla retrocessione. Un primo tempo quasi perfetto ha dato la sensazione di un VeneziaMestre capace non solo di poter portare a casa la partita, ma anche di scalare una classifica palesemente immeritata. La seconda frazione è partita con gli arancioneroverdi consapevoli del momento, prima della clamorosa défaillance targata Antonio Candela. Per una volta però, la squadra lagunare non è sembrata accusare particolarmente il colpo, continuando nel suo canovaccio tattico fatto di compattezza e ripartenza. L’ingresso di Zerbin ha donato qualità alla manovra e solo la consueta sfortuna ci ha privato di quella che sarebbe stata una vittoria non certo immeritata. Ciò che ci portiamo a casa sono le prestazioni di un Haps concentrato, di un Doumbia che nonostante lo stato febbrile non molla un colpo, e di un Bjarkason clamorosamente presente in ogni fase di gioco. Certo, quando l’alternativa ad Oristanio è questo Yeboah, diventa sufficientemente chiaro come trovare la via della rete si faccia complicatissimo. Eppure… eppure questa Unione sembra avere dentro di sè la capacità e la voglia di lottare fino alla fine. Gli applausi degli oltre 550 unionisti al seguito dei ragazzi certificano come il popolo veneziano sia consapevole di come questi ragazzi si siano meritati un sostegno incondizionato fino all’ultimo. Ciò che vorremmo è invece una società che, per una volta, ci raccontasse con onestà ciò che si può, e non si può, pretendere. L’acquisto di Zerbin è un passo, il primo, per un progetto che può portarci a combattere. La consistenza del Comitatone oltreoceano, al contrario, ci palesa tutti i fantasmi di cui avremmo volentieri fatto a meno.
Tra otto giorni, al netto delle frasi di circostanza, ci si giocherà il campionato. Questa città, sono certo, farà la sua parte. Spetta a voi adesso raccontarci chi siamo e cosa saremo.
Avanti Unione!