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tmw / torino / Primo Piano
Il Torino in versione Penelope senza happy end alla fine ha regalato la vittoria al BolognaTUTTO mercato WEB
Immagine di repertorio
© foto di www.imagephotoagency.it
sabato 15 febbraio 2025, 12:00Primo Piano
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Elena Rossin

Il Torino in versione Penelope senza happy end alla fine ha regalato la vittoria al Bologna

Volendo sintetizzare la partita di ieri sera del Torino col Bologna si può dire che la squadra di Vanoli ha subito, ha reagito, è arrivata a un passo dalla vittoria e poi ha disfatto tutto e ha perso. Per i primi 25 minuti il Bologna ha dominato ed è passato in vantaggio con Ndoye (20’), Adams ha perso palla con Pobega che l’ha subito recuperata e ha e imbucato in area per Ndoye che è sfuggito a Coco e ha battuto Milinkovic-Savic sull'uscita con il portiere granata che non è stato pronto muovendosi in ritardo. Ma il Torino l’aveva già scampata bella perché aveva rischiato di finire in svantaggio già dopo 14’ quando c’era stato un contatto fra Linetty e Ndoye in area e tutto subito l’arbitro Fabbri aveva fischiato il calcio di rigore, ma poi a seguito della revisione del Var è andato a rivedere al monito l’episodio ed è ritornato sui suoi passi revocandolo perché il rossoblù aveva allargato la gamba quindi il granata era incolpevole. Il Torino una volta passato in svantaggio ha reagito e prima ha sciupato un contropiede con Adams, entrato in area a tu per tu con Skorupski incredibilmente non ha tirato, e Karamoh, è scivolato sul passaggio di Adams senza arrivare sulla palla (36’), e subito dopo ha segnato con Vlasic (37’), Walukiewicz si è impossessato della palla e l’ha data a Maripán che si è lanciato in un coast to coast  ed è entrato in area e poi ha messo in mezzo provando a servire  Vlasic, con Holm che in scivolata ha deviato non risultando però efficace, e il compagno ha pareggiato. E il Torino avrebbe potuto anche raddoppiare con Adams che ha aperto per Karamoh che ha chiuso la triangolazione ridandogli palla, ma la sua conclusione, da pochi passi, non è stata granché, anche per l’intervento di Holm, e Skorupski ha respinto (40’), ma comunque l’azione era viziata da un fuorigioco dell’ivoriano naturalizzato francese.

Nella ripresa il Torino è passato dalle stelle alle stalle e ha indossato i panni di Penelope che di giorno costruiva la tela e di notte la disfaceva prendendo tempo per non dover sposare uno dei Proci e attendendo così l’arrivo del marito Ulisse che dopo aver sconfitto gli avversari è tornato a regnare. Per il Torino invece nessun happy and, anzi. Va anche detto che i granata hanno attaccato poco, ma quando lo hanno fatto si sono resi pericolosi, però un po’ la sfortuna e un po’ l’imprecisione hanno fatto la differenza e portato al triste epilogo finale.  L’entrata in campo di Elmas al posto di Karamoh, più fumo che arrosto, (62’) è stata determinante, anche se solo  per poco.  Servito in area da Adams ha fatto tunnel a Beukema e con uno scavetto ha battuto Skorupski in uscita (65’). A quel punto il vantaggio andava gestito e magari anche incrementato e invece è avvenuto tutto il contrario. Prima l’ingenuità di Casadei ha portato al pareggio dei felsinei, Pobega appena dentro l’area gli ha preso la posizione e lui saltando gli è franato addosso e l’arbitro ha decretato il calcio di rigore per il Bologna (69’). Al quarto calcio di rigore Vanja ha ancora intuito il lato dove tuffarsi, ma il rasoterra di Ndoye dal dischetto si è insaccato nella sua porta (70’). Il Bologna tornando a spingere ha quindi pareggiato e poi è andato alla ricerca della vittoria con Cambiaghi che ha costretto Vanja a tuffarsi per impedirgli di segnare (78’). Vanoli allora è passato al 3-5-2 inserendo Biraghi e Masina al posto di Sosa e Lazaro (81’) però non è bastato per portare a casa almeno un punto. Adams su spizzata di testa di Casadei, ha prontamente calciato da dentro l’area da posizione defilata impegnando Skorupski a deviare il tiro sopra la traversa (86’). E poi il triste epilogo finale. Castro ha difeso palla nei pressi dell'area e poi ha tentato il tiro, che forse neppure era indirizzato nello specchio, con Biraghi che mentre avanzava verso il centro dell’area lo ha involontariamente deviato spiazzando Vanja (90’). E così i granata sono tornati a Torino con nessun punto in tasca.

Il Torino con il Bologna ha palesato tutte le sue fragilità: non saper sfruttare a dovere le occasioni da gol (Adams e Karamoh) che crea e incappare molto spesso in errori (Adams, Coco e Vanja), ingenuità (Casadei) e qualche volta sfortunati episodi (Biraghi) in fase difensiva. E non ci sono dubbi che se mancano giocatori chiave, ieri Ricci era squalificato, la squadra va in difficoltà. E di certo non ha aiutato anche l’assenza di Tameze, infortunato, e l’aver dovuto sostituire Walukiewicz, problema all’anca, al 54’ con Pedersen. Da salvare c’è il debutto di Elmas che ha subito sfoderato il meglio di sé e che comunque Casadei ha dimostrato di saperci fare di testa e che ha tanta voglia di mettersi in mostra, magari però dovrebbe tenere un po’ a freno questa sua voglia controllando gli impeti e ragionando di più: è giovane e ha tempo per migliorare. Il Torino ha interrotto al Dall’Ara il filotto di risultati positivi, 7 (sei pareggi, Udinese, Parma, Juventus, Fiorentina, Atalanta e Genoa,e 1 vittoria, Cagliari) che gli aveva permesso di risollevarsi portando da quattro a otto le lunghezze dalla terzultima. Il prossimo avversario sarà il Milan, altra squadra ostica e con obiettivi di accedere alle coppe europee. Però poi ci saranno partite più alla portata, scontri diretti con squadre che stanno lottando per salvarsi o che sono già di fatto condannate alla retrocessione, Monza, Parma, Empoli, e, dopo la Lazio, ancora Verona e Como, prima delle due gare finali con Udinese e Napoli. Mancano 13 partite alla fine del campionato e il Torino oggi ha 28 punti per cui farne altri 12, forse ne serviranno anche qualcuno in meno, per raggiungere la famosa quota 40, che è quella della salvezza, è fattibile con un po’ di attenzione e concentrazione.  

Basta un niente per spezzare il fragile equilibrio della squadra granata che patisce tante scelte della società nello smontarla per incassare, ricostruirla al risparmio, fatte queste ultime scelte oltretutto sempre tardivamente e senza mai completare del tutto la rosa, come non prendere il sostituto di Zapata, e lasciando così l’allenatore di turno a doversi poi arrangiare per cercare di assemblare al meglio il gruppo e sforzarsi per tirare fuori il massimo dai giocatori che ha a disposizione.