Salernitana, la delusione per il mercato non scaturisce dai nomi, ma dal modus operandi
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Chi pensa che stiamo dando un voto negativo al mercato della Salernitana per i calciatori che sono arrivati è fuori strada. Sicuramente Cerri e Raimondo sono due buoni attaccanti, Lochoshvili è un difensore che ha aggiunto esperienza e cattiveria agonistica alla retroguardia, Caligara è un calciatore di categoria, Christensen un portiere che ha regalato punti fondamentali dando spettacolo con la Cremonese e ci sono ragazzi come Corazza, Girelli, Guasone e Zuccon che certo non possono essere bocciati a prescindere. Li abbiamo visti, a Salerno, i grandi nomi cosa hanno fatto: molto meglio puntare su gente affamata e che abbia deciso di accettare la sfida senza battere ciglio. Tuttavia il giudizio negativo deriva dal modus operandi. Si era partiti nel modo migliore: un direttore sportivo desideroso di tornare in pista, un allenatore amato dalla piazza, innesti nell'immediato vincendo duelli di mercato con società altrettanto blasonate e iniziative promozionali per riportare i tifosi sugli spalti. Poi qualcosa si è inceppato, soprattutto per motivi di budget. Valentini fa benissimo a gettare acqua sul fuoco, a non rendere pubbliche le problematiche, a difendere il suo lavoro e a incoraggiare i calciatori che sono rimasti facendoli sentire i più importanti del mondo. Ma è troppo evidente che, dei sei milioni di euro promessi, sia stato speso poco. A questa rosa continuano a mancare un difensore centrale rapido, un centrocampista di qualità, un esterno a sinistra che sappia crossare e un attaccante.
Una lacuna palese, visto che certamente non potranno essere Wlodarczyk e Simy (che però nei numeri ha disputato un discreto girone d'andata) a sostituire i titolari qualora a Cerri o Raimondo venisse un raffreddore. E poi, dopo una vittoria come quella con la Cremonese (che ha mascherato difetti comunque evidenti), fare il "colpo", comprare un giocatore forte, andare su gente di spessore avrebbe potuto lanciare un ulteriore e inequivocabile messaggio alla piazza. Il che non vuol dire gettare soldi dalla finestra, prendere tanto per prendere col rischio di intaccare lo spogliatoio o illudere con il nome ad effetto. Ma il Valoti o l'Henry di turno avrebbero fornito maggiori garanzie, soprattutto ora che il calendario è in discesa e si potrebbe, con un filotto, cambiare addirittura prospettive. Iervolino, cui ritorno allo stadio fa piacere anche ai più critici, continua a non parlare ai tifosi e alla stampa, Milan avrebbe fatto promesse negli incontri con i tifosi che non sarebbero state pienamente mantenute e tutti aspettavamo l'attaccante e il centrocampista quando Maggiore e Torregrossa sono stati collocati altrove. Non vengano a dire che è stato fatto il massimo e che la società non ha badato a spese. E' vero che i soldi non sono tutti e che ci vogliono mille incastri per chiudere una trattativa, ma se metti i milioni sul tavolo può capitare che il Pojhanpalo di turno lasci la A per giocare a Palermo. Una squadra in crisi come la Salernitana e che in fondo ha solo sei punti in più.
E la Salernitana di Breda - sul piano del gioco - è la peggiore vista quest'anno. Martusciello proponeva calcio e lo faceva anche con una squadra in emergenza, Colantuono ha messo sotto la Carrarese, ha pareggiato a Modena, ha creato grosse difficoltà al Catanzaro e, proprio col Brescia, avrebbe strameritato di vincere in uno stadio in contestazione e con Simy centravanti nel finale. Oggi stiamo vedendo un gruppo impaurito, che parte con l'idea di non perdere e che calcia in porta mediamente due volte a partita. Poco, troppo poco.
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