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TMW RADIO - Andy Selva: "San Marino, il movimento è in crescita. Ma la Federcalcio aiuti di più"

TMW RADIO - Andy Selva: "San Marino, il movimento è in crescita. Ma la Federcalcio aiuti di più"
© foto di Tommaso Sabino/TuttoLegaPro.com
lunedì 16 agosto 2021, 19:32Serie A
di Alessio Del Lungo
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
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Andy Selva, tecnico del Pennarossa, ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Andy Selva, ex bandiera e icona del calcio di San Marino, ora allenatore del Pennarossa, ha così parlato a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. L'intervista inizia la sua esperienza attuale: "E' una veste nuova che però ho fatto mia. Mi piaceva già da tempo provare queste sensazioni e devo dire che è molto stimolante perché si ha molto da lavorare, ma alla fine si è gratificati".

Che margini di miglioramento ha il campionato di San Marino?
"E' cambiato molto perché si è aperto più a giocatori italiani, il mercato incide molto ed anche i calciatori sammarinesi sono migliorati a giocare con gente di qualità. Doveva succedere un po' prima, ma non è mai troppo tardi per iniziare a lavorare nel modo giusto".

Che momento è per la nazionale di San Marino?
"Credo che Varrella stia facendo un ottimo lavoro con la Nazionale maggiore, ma non è supportato dalla Federcalcio perché a livello giovanile si è ancora troppo indietro. Si scelgono figure poco professioniste e con poca cultura sportiva: questo per i ragazzi sammarinesi è deleterio. Se si vuole far calcio in una certa maniera, soprattutto in questi livelli qui, bisogna lavorare dal basso in modo corretto, non certo come stiamo facendo negli ultimi tempi".

Il Covid non ha sicuramente facilitato le cose.
"Certamente, questo rende ancora tutto più complicato perché i ragazzi perdono gli anni in un attimo, riescono a crescere poco e vengono sempre meno al campo".

A Sassuolo è ricordato ancora con molto piacere dove tra l'altro è stato allenato da Allegri in un periodo chiaro della storia neroverde.
"Sì, un periodo eccezionale sotto tutti i punti di vista. Quell'anno con Allegri abbiamo vinto il campionato, la Supercoppa ed eravamo considerati una vera e propria famiglia. Eravamo talmente uniti con l'ambiente e la società che era una simbiosi perfetta".

Crede che il Sassuolo accuserà un po' il colpo della partenza di De Zerbi?
"Al di là delle capacità di De Zerbi, che ho avuto modo di vedere direttamente sul campo e che sono straordinarie, il Sassuolo si è sempre fatto questa domanda e tutti gli addetti ai lavori lo stesso, ma non ha mai risentito di un cambio di allenatore. E' un meccanismo perfetto che parte dalle giovanili e non credo che risentirà anche quest'anno della problematica allenatore".

Si aspettava una crescita esponenziale del genere da parte del Sassuolo in così poco tempo?
"Non mi ha sorpreso molto. Sarò sincero, quando noi eravamo in neroverde, tutto era un meccanismo perfetto. La società era allineata con la Mapei, con Giorgio Squinzi e c'era un vero e proprio progetto che sono riusciti a portare a termine. Ovviamente quando sono arrivati in A oltre alla Mapei si è inserita anche la Mapei Group, la gestione del marketing e tutto quanto: adesso è diventata una vera e propria azienda anche il calcio. Quando una potenza come Mapei si unisce allo sport questi sono i risultati, non fanno mai un campionato o un progetto che duri un anno, ma li fanno sempre a lunga scadenza e così il Sassuolo è diventato quello che è oggi".

Condivide la scelta di Allegri di tornare alla Juventus?
"Credo che Allegri se ha fatto questa scelta non è andato ad allenare una squadretta, ma la migliore sulla carte nel nostro territorio. E' un allenatore che ha conquistato 13 trofei e punterà al 14°. La rosa dei bianconeri gli può permettere sicuramente un campionato di vertice se non tra le prime due".

Molto intrigante anche l'avvento di Di Francesco sulla panchina del Verona.
"Verona è una piazza perfetta per Di Francesco che è un allenatore con le idee chiare, di carattere e che sa cosa vuole. E' vero che viene da due annate sfortunate, ma questo può non essere deleterio, anzi potrebbe stimolare lui e tutto l'ambiente. Credo che sia la piazza giusta per lui per rifarsi e per far vedere quello che vale".

Che ambizioni e che aspettative si pone per la sua carriera da allenatore?
"Sicuramente di crescere attraverso quello che è il mio gioco, cercare di dare la mia mentalità ai miei gruppi e far ben distinguere il mio gioco durante le partite. Vincere piace a tutti, però convincere è ancora più difficile".

Questa formula della Nations League può far bene al San Marino?
"Certo. Da una parte è formativo perché può far bene a tutte le squadre soprattutto alle piccole squadre, anche perché non ci dimentichiamo che, non essendo più amichevoli, ma raggruppati in questa competizione c'è in gioco il ranking Fifa e ipoteticamente un apporto economico diverso. D'altro canto può essere anche deleterio perché se perdi un'amichevole è un conto, mentre perdere in Nations League non è bello perché retrocedi di posizioni nel ranking. Credo che se c'era quando giocavamo noi in Nazionale il movimento sarebbe cresciuto ulteriormente. Per me è un qualcosa di positivo l'introduzione della Nations League e può essere un valore aggiunto anche per tutti i giocatori che sono in questi piccoli stadi".

A quali allenatori si è ispirato?
"Il calcio che piace a me è quello che ho vissuto nella mia carriera e che mi ha fatto vincere diversi campionati. Come allenatore poi mi sono formato grazie a tutti quelli che ho avuto, anche da coloro con cui non andavo d'accordo perché mi hanno lasciato qualcosa in positivo. Credo che questa sia la formazione di un tecnico".

Quali sono le ambizioni per il Pennarossa?
"Centrare l'Europa. L'anno scorso ci è sfuggita per un punto e quindi speriamo quest'anno di poterla raggiungere e divertirci poi nei preliminari".

Giovanni Kean, fratello di Moise, che giocatore è?
"Cercavamo un giocatore offensivo di fascia, c'è stato proposto e lo abbiamo preso dopo averlo visionato. E' un calciatore che poteva rientrare nei nostri pensieri, nelle nostre orbite di gioco e speriamo ci possa far fare quel salto di qualità per raggiungere l'Europa".

Come ha vissuto San Marino queste medaglie alle Olimpiadi?
"Un risultato straordinario perché se andiamo a vedere quanti atleti aveva San Marino alle Olimpiadi e quante medaglie ha portato... Colgo l'occasione per fare i complimenti alla Perilli e gli altri due atleti per quello che hanno fatto che rimarrà nella storia del nostro Paese".

Il vero calcio è quello degli acquisti faraonici del PSG o quello di San Marino dove ci sono mille difficoltà?
"Il primo è fantacalcio ormai (ride, ndr). Il calcio è quello che possono permettersi tutti, però quello dà anche lo stimolo per poter iniziare perché quando vai a vedere una partita vuoi vedere il talento, non i passaggi. Quello del PSG sicuramente farà divertire, spero di farlo anche io vedendolo alla televisione".

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