Roma, Ranieri: "In Italia troppa tattica, giocatori ingabbiati e spettacolo depresso"
Nella sua intervista al Corriere dello Sport, il tecnico della Roma, Claudio Ranieri, dopo aver parlato di Lorenzo Pellegrini, della breve chiacchierata alla vigilia del derby che lo ha convinto a mandarlo in campo dal primo minuto e del fatto che in questo mercato di gennaio il capitano resterà in giallorosso, ha parlato anche del calcio italiano e delle differenze con gli altri Paesi, lui che ha allenato tanto anche all'estero: "Ho girato il mondo, allenato dappertutto, da noi c’è sempre stata troppa tattica, giocatori ingabbiati, talenti frenati e spettacolo depresso. Le cose sono cambiate con la globalizzazione del calcio. Calcio globalizzato, non evoluto. Più informazioni per tutti e più omologazione. D’accordo sull’organizzazione difensiva, sulla personalizzazione dei compiti, ma poi in campo ci vanno loro. Che devono sentirsi bene e giocare con naturalezza, come sanno.
Cosa vuoi che si possa dire a gente come Dybala, Del Piero, Totti? Ma anche a Hummels, Paredes, Pirlo, Lampard, ti butto lì un po’ di nomi".
Lo stesso Ranieri ha poi parlato anche del suo approccio più da psicologo che da tattico con i suoi calciatori: "Alla tattica si è dato troppo peso, troppo. Il calcio è semplice, spesso sono gli allenatori e i calciatori a complicarlo. Ho sempre ripetuto che il calcio non è chimica, non ha regole universali. Conta prendere il meglio dal gruppo che hai".