Roma in apnea: tra infortuni e caos, è ora di reagire
Troppo, tutto insieme. Tre punti in quattro partite, Saelemaekers out per due mesi per una frattura alla caviglia destra, Zalewski in bilico tra un rientro e un addio, Pellegrini in forte dubbio per la sfida contro l’Udinese per una contusione al ginocchio destro con presenza di un versamento e, dulcis in fundo, Dan e Ryan a Roma per capire (probabilmente) come uscire da questo vortice.
La sfida contro il Genoa ha riacceso i dubbi già emersi nella stagione precedente, nascosti sotto la sabbia tra la sosta estiva e il flusso degli eventi.
Lo scorso anno la Roma aveva chiuso al sesto posto: un campionato partito in salita con solo 5 punti in sei partite sotto la guida di Mourinho, una rosa troppo corta per affrontare tutte le competizioni e, non meno importante, un progetto fondato sull’instant team, che si è rivelato poco funzionale.
Quest’anno, però, le basi sono cambiate. Un mercato da oltre 110 milioni di euro, una rosa più lunga e giovane, e un progetto ben definito. Ma manca ancora un tassello: una figura di raccordo, capace di gestire la comunicazione con i media e fare da ‘parafulmine’ per la squadra. Un ruolo cruciale per proteggere società e allenatore da pressioni esterne e domande scomode, permettendo loro di concentrarsi solo sul campo.
Daniele De Rossi deve focalizzarsi unicamente su come gestire le partite e portare risultati, senza ulteriori distrazioni o interferenze. Senza scontri, pressioni esterne e pensieri dati da ‘topini di troppo’.
Ora che ogni pezzo del puzzle sembra al suo posto, è il momento di dare continuità al progetto e consolidare i progressi fatti. Servono calma, determinazione e fiducia: è da qui che la Roma può ripartire, lasciandosi alle spalle le ombre del passato e puntando a un futuro all’altezza delle aspettative.