Leao: "Devo essere più egoista, ma sono cresciuto guardando Ronaldinho e Robinho"
Rafael Leão ha parlato in conferenza stampa in vista della sfida tra Portogallo e Polonia, in programma venerdì. Il giocatore del Milan ha fatto un bilancio sulla prima parte di stagione e ha parlato anche del suo rapporto con Paulo Fonseca.
Le critiche di Costacurta: "Dice che mostro qualità solo per 18 secondi? Chiaramente non sono d'accordo. Sto facendo grandi stagioni al Milan e questa non è ancora iniziata. Non sono il giocatore perfetto, ci sono momenti in cui posso fare molto meglio e sono molto autocritico. Queste critiche non mi scuotono, ci sono persone nel Milan e in Nazionale che mi aiutano a crescere. Però da un lato mi aiutano, mi motivano a crescere in campo".
Primo bilancio: "Guardo sempre avanti. Sono contento di quello che ho fatto nelle partite, in particolare nelle ultime 2. Non penso alle partite precedenti, penso a quella successiva come quelle che giocheremo con la Nazionale. Nel complesso sta andando bene ma potrebbe andare meglio, voglio fare grandi cose con il Milan e con la Nazionale".
Prima punta: "È un ruolo che conosco. Non ho problemi a giocare in quella posizione. Sono qui per aiutare, indipendentemente dal ruolo, che sia esterno o attaccante".
I cambiamenti nello Sporting: "Da tifoso dello Sporting auguro sempre il meglio al club. Faccio i miei migliori auguri a Rúben Amorim. Per quanto riguarda João Pereira, non lo conosco bene come allenatore, solo come giocatore. Se lo Sporting ha fatto questa scelta è perché l'allenatore ha qualità superiori alla media per continuare a portare titoli allo Sporting".
Nazionale via di fuga: "A prescindere se gioco bene o male, stare al Milan mi piace molto. Cerco di dare il massimo. Non credo che la Nazionale sia una via di fuga, sento molta fiducia da entrambe le parti. Quando le cose non vanno bene la gente critica, ma pensarci troppo non va bene sul piano psicologico. Sono al Milan da cinque anni e mi sono abituato alla pressione".
Rapporto con Fonseca: "Sono cose che succedono. Non ho nulla contro l'allenatore, è una questione risolta. Non mi piace stare in panchina, mi piace sempre aiutare la squadra ma le decisioni le deve prendere l'allenatore. Io do sempre il massimo per aiutare la mia squadra".
Aspetti da migliorare: "Devo essere più egoista sotto porta. Sono cresciuto guardando giocatori come Ronaldinho e Robinho, che non avevano quel fiuto del gol. Fin da bambino il mio obiettivo era dribblare gli avversari, fare assist, fare bene passaggi. Non ho mai avuto l'ossessione del gol. Oggi ho 25 anni e il calcio è completamente cambiato, è più una questione di statistiche: bisogna realizzare gol e assist, perché se giochi una grande partita e non fai gol e assist, diranno che è stata una partita nella media".