L'ultima spiaggia dell'ultima spiaggia dell'ultima spiaggia dell'ultima spiaggia
Chissà se Dan Friedkin avrà pensato di non avere molto tempo per esonerare Ivan Juric. Perché tra la disfatta di Firenze e il nuovo appuntamento con il Torino passano "solo" quattro giorni, che sarebbero probabilmente abbastanza per salutare l'allenatore della Roma, se fosse questa l'indicazione. Forse il momento è talmente delicato che non si può cambiare in così poco tempo. Oppure che la speranza è quella di non dovere puntare subito all'esonero, anche se oramai la scelta è stata completamente sconfessata non tanto dal campo - più clemente a parte la tempesta di Firenze - ma da quello che sta succedendo collateralmente.
Juric dopo la cinquina ha avuto un sussulto d'orgoglio negli spogliatoi, così come Ghisolfi, dirigente ombra finché c'era Lina Souloukou - non rispondeva nemmeno al telefono - e ora quasi plenipotenziario, onnipresente. Come si cambia, alle volte, quando il vento è contro di te. In ogni caso resta da capire che la sfuriata del Franchi possa produrre qualche risultato oppure se sarà solamente un'ultima spiaggia, con il Torino.
Alla fine è sempre un'ultima spiaggia per Juric. Lo è stato sin dalla prima partita, contestato dalla piazza non tanto perché Juric, bensì perché erede di De Rossi. Lo è ogni settimana e, con queste modalità, prima o poi lo sarà davvero.