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L'ex Milan Mastour: "Mi rivedo in Camarda. Gli consiglio di continuare a giocare con il sorriso"

L'ex Milan Mastour: "Mi rivedo in Camarda. Gli consiglio di continuare a giocare con il sorriso"TUTTO mercato WEB
© foto di Andrea Rosito
mercoledì 21 agosto 2024, 19:38Serie A
di Simone Lorini

Hachim Mastour, in una lunga intervista concessa a MilanNews.it, ha parlato così della sua esperienza in rossonero: "Per me il Milan è famiglia. Dal primo giorno in cui sono entrato in questo contesto mi sono sentito parte integrante. Ringrazio il dottor Galliani, il presidente Berlusconi che oggi non c'è più. Ringrazio Mauro Bianchessi che mi è stato vicino e Filippo Galli che mi ha sempre fatto sentire come a casa. E i vari allenatori".

Il Milan è anche la squadra del cuore?
"Ho due squadre del cuore, il Milan e il Real Madrid"

Filippo Galli ha spesso esaltato le tue qualità tecniche, che nel calcio di oggi sono difficili da trovare.
"Il calcio fantasioso è sempre più raro, ci si limita più agli schemi che i calciatori fanno propri e quando si guardano le partite probabilmente il divertimento è minore. Galli era innamorato della mia tecnica e mi dava consigli. Il percorso che lui vedeva per me era più cauto, diverso da quello che ho fatto. Alla fine le mie abilità mi portavano a giocare con quelli più grandi, al punto che dal settore giovanile ho fatto subito il salto in prima squadra. Aveva ragione, avevo bisogno di un percorso più graduale".

Seedorf ti ha portato in panchina che avevi 15 anni. Qualcuna l'hai collezionata con Inzaghi. È mancato però l'esordio.
"Io mi sentivo pronto. Sin dai primi allenamenti mi trovavo a mio agio, con Seedorf mi trovavo benissimo e Kakà dal primo giorno mi ha preso sotto la sua ala. Imparare da lui fu incredibile. Era una grande squadra se ripenso ai giocatori che c'erano. Ho un sogno dentro: tornare un giorno al Milan".

Youtube ha amplificato le tue qualità, sotto un certo punto di vista sei stato una "cavia" social.
"È vero, sono stato l'apripista. Quel che posso dire è che se da una parte è importante crearsi un'immagine, il focus deve rimanere sul campo. E devi circondarti da persone che sanno gestire queste cose, perché per un ragazzo non è facile".

Quanto ti influenzano i messaggi social?
"Cercavo di tenere l'energia lontano da me, ma è inevitabile che i commenti si leggano e persone vicine come amici ti mandino commenti o articoli. Vuoi o non vuoi i commenti ti arrivano e non è facile".

Il Milan di oggi ha un altro enfant prodige che si chiama Francesco Camarda. Su di lui ci sono già enormi aspettative. Cosa senti di dirgli?
"Chiaramente mi rivedo in lui, ha fatto cose che ho fatto io. Quel che gli posso dire è di continuare così, di giocare col sorriso e trovare ogni giorno il piacere di entrare in campo e dimostrare prima di tutto a se stesso che giocatore è. È lui che entra il campo e se non ha la testa libera è difficile, quindi deve essere bravo a liberarsi dalle pressioni. Certo, San Siro fa paura ma a quell'età lì son due le cose: o ti spaventi di entrare o ti esalti. Fa molto parte del carattere del ragazzo, ma penso che l'incoscienza dell'età lo porti a esaltarsi".

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