L’assurdità di vietare i fischietti per Lukaku. Qualcuno preferisce i cori razzisti?
Dovevano essere settantamila, poi cinquantamila, infine trentamila. I fischietti previsti in occasione di Inter-Roma, scenario del ritorno a San Siro del grande ex Romelu Lukaku, saranno invece zero. Lo ha fatto sapere nella giornata di ieri la Curva Nord del Meazza, rendendo noto il divieto di portarli allo stadio e denunciando il doppiopesismo istituzionale. Non sarebbe stata un’idea originale, ha fatto notare la tifoseria organizzata interista: in passato, l’ingresso di un abbondante numero di fischietti in partita, con la stessa finalità, è stato concesso in altre occasioni. Ai tifosi della Fiorentina quando Vlahovic è tornato al Franchi da bianconero, o agli stessi sostenitori interisti per Ronaldo in versione milanista.
Un’iniziativa intelligente, un divieto idiota. La proposta, per la cronaca, nasceva dalla Curva Nord. A parole, quelle dell’ad Marotta, l’Inter aveva anche espresso una certa preoccupazione, il timore che il muro sonoro - e in generale la questione Lukaku - potesse disturbare anche i calciatori di Simone Inzaghi. Sotto sotto, sembrava fondato il sospetto che, se non vi fosse la regia, quantomeno la società approvasse una soluzione che, al di là della contestazione comunque civile a un ex, aveva palesemente uno scopo: evitare, o come minimo soverchiare, eventuali cori razzisti. I precedenti Koulibaly e Kessie, inutile girarci attorno, esistono. La decisione di vietare i fischietti, viceversa, lascia gli incivili liberi di farsi sentire distintamente. Beccarli, per la cronaca, sarebbe comunque stato possibile.
”Attenti al clima”. Ma è tutta farina del sacco di Mou. Il virgolettato è di Tiago Pinto, che ha fatto riferimento al clima d’odio e alle responsabilità che ne conseguono. Oggettivamente difficile sostenere, però, che sia stata l’Inter a riscaldare l’atmosfera alla vigilia del big match. Lo stesso Marotta, per capirsi, nei giorni scorsi ha mandato frecciate dure a Skriniar ma limitato il fuoco nella direzione di Lukaku. Di più: con una scelta peraltro discutibile, la società nerazzurra ha di fatto rinunciato a gestire nella direzione ritenuta più opportuna la comunicazione del pre partita, annullando la conferenza stampa di Inzaghi, pure nell’ottica di minimizzare le polemiche. Incattivire il clima, semmai, è uno storico marchio di fabbrica di José Mourinho.
Sta di fatto che domani non ci saranno fischietti per Lukaku. Chissà poi come il divieto sarà applicato: trentamila fischietti si possono proibire, ma come si impedisce a trentamila persone di portarsi un fischietto da casa? Fischi, quelli sì: ci saranno comunque. La decisione della Questura - per la cronaca: nonostante alcune indiscrezioni da fonti istituzionali, dalla Roma filtrano smentite in merito a una richiesta in tal senso - non può certo vietare la contestazione a chi ha amato e si sente tradito. Ci sarà anche altro? Si spera di no, perché è roba da condannare senza se e senza ma. Viene però il sospetto che qualcuno preferisca i versi della scimmia ai fischietti. E nel caso sarà naturale chiedersi quale dei due faccia più male a Lukaku, a noi, al calcio italiano e alla sua immagine.