Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroCalendariEuro 2024
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloternanaturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

L'apprendistato è servito. Brahim Diaz arma in più del Real, ma solo come 12° titolare

L'apprendistato è servito. Brahim Diaz arma in più del Real, ma solo come 12° titolareTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Titone/BernabeuDigital.com
martedì 6 febbraio 2024, 08:00Serie A
di Michele Pavese

Milan e Real Madrid sono le due squadre più titolate in Europa e hanno fatto la storia del calcio mondiale. Se guardiamo agli ultimi 10 anni, però, non c'è storia: i Blancos hanno sollevato la Champions League in cinque occasioni, doppiando le vittorie dei rossoneri, che sono tornati a essere competitivi in patria da qualche stagione dopo due lustri a dir poco tormentati.
In campo internazionale la differenza con i club più "avanti" è evidente ma i rossoneri hanno compiuto indubbiamente passi da gigante e sono tornati ad attirare i grandi calciatori, quasi come in passato. Merito del lavoro della società (prima il fondo Elliott, ora Red Bird), dei dirigenti (Paolo Maldini e Frederic Massara su tutti), degli allenatori (in particolare Stefano Pioli) e di un gruppo che si è consolidato negli anni. Ne ha fatto parte con ottimi risultati anche Brahim Diaz, che oggi è il 12° perfetto per Carlo Ancelotti. Il trequartista spagnolo è stato richiamato alla base dopo tre stagioni in prestito e sta finalmente mostrando tutto il suo valore.

Brahim è un giocatore completamente diverso rispetto a quello che era andato via dalla capitale spagnola nell'estate del 2020, lontano parente di quel talento incompiuto che il Real acquistò nel gennaio 2019 dal Manchester City per 17 milioni. Aveva meno di 20 anni e si scontrò con una concorrenza agguerrita; 21 partite e due reti dopo, decise di accettare l'offerta rossonera, in un ambiente giovane, ideale per esprimersi e mostrare tutto il potenziale.

La sua classe, poco a poco, è emersa, anche se i numeri - in termini di gol e assist -, più che da trequartista, sono stati quelli di un centrocampista difensivo. Pioli gli ha sempre chiesto grande sacrificio, un po' come succedeva ai predecessori (da Calhanoglu a Kessié), relegandolo spesso sulla corsia destra. Il suo modo di intepretare il ruolo è cambiato e questa nuova mentalità piace molto a Re Carlo: palla al piede è un piacere per gli occhi, ma il suo lavoro di raccordo tra il centrocampo e l'attacco e il suo dinamismo lo rendono perfetto per una squadra in costante proiezione offensiva. Il suo ritorno non aveva suscitato grande entusiasmo, complice anche l'addio di Benzema e l'arrivo del solo Joselu a rinforzare il reparto. I nuovi hanno cominciato in sordina ma col passare dei mesi il popolo merengue si è reso conto che c'è vita oltre Jude Bellingham: Joselu ha realizzato 13 reti, Brahim Abdelkader Díaz è a quota 7 in poco più di mille minuti giocati, l'ultima domenica nel derby pareggiato contro l'Atletico.
Un titolare in più, che forse meriterebbe maggiore spazio ma che gestito in questo modo può essere ancora più decisivo. Il bello di giocare nel Real è anche questo: per informazioni chiedere a Isco.

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile