Il Milan chiude un 2020 da sogno: 3-2 al 93' con la Lazio e resta in vetta alla Serie A
Un 2020 da sogno. Il Milan chiude l'anno col capolavoro, col 3-2 al 93', con Theo Hernandez che segna un gol pesantissimo che regala un sogno bellissimo ai tifosi rossoneri. Un Milan che viaggia leggero sulle ali d'un sogno, e finché la meta sarà partire, allora continuerà ad andare. Perché è questo percorso che costruirà il Milan e non viceversa. A ogni impronta, acquisirà nuove certezze e sicurezze, garanzie. Il Milan che batte la Lazio è imperfetto ma ne è pure conscio. Perché manca un nove di fisico che sostituisca Ibrahimovic, perché Kalulu è adattato, perché Krunic non è Kroos nonostante l'iniziale. Però quando sai guardarti allo specchio, e riconosci i tuoi difetti, allora su questi lavori e li trasformi in virtù.
Un inizio spettacolare Il primo tempo è bello, pieno di sbavature e d'imperfezioni. Le squadre s'allungano, i difensori si distraggono ed è così che nascono le storie. Al settimo quella di Ante Rebic che sulle spalle ha la dodici che un tempo era dei secondi portieri, ora è d'un croato che era punta spuntata. Primo gol stagionale, incornata con Marusic che perde bussola e uomo in mezzo all'area su angolo rossonero. Così il macedone s'inorgoglisce e per poco sfiora il pari, due minuti dopo, con un diagonale. Solo che gli inizi del Milan son travolgenti e il tambureggiare costante porta al raddoppio. Rebic, sempre lui, testa bassa, prima cicca un'occasione per eccesso di generosità, poi conclude a rete e la palla prende Patric. Tutti a interrogarsi sul tocco, petto, spalla, faccia o braccio, che solo il VAR s'è accorto che la scivolata dell'intervento è finita poi sui piedi del croato. Calhanoglu sul dischetto e Reina battuto.
L'orgoglio della Lazio La Lazio ha però l'orgoglio della bestia ferita, è di verde vestita ma non si mimetizza dietro all'inizio di un fallimento sul prato di San Siro. Di Bello, al ventisettesimo, vede un contatto tra Kalulu e Correa. Alla VAR non cambia idea, Immobile dal dischetto non si conferma Scarpa d'Oro perché Donnarumma ha i guanti platinati. Però sulla respinta la difesa del Milan dorme, Luis Alberto no e fa 2-1. Il primo tempo è bello, bellissimo, meno per Correa che esce per infortunio e lascia campo a Muriqi. La ripresa s'apre con lo stesso copione: gara bella, imperfetta, sbavature ma spettacolo. La perla è il pari di Immobile al sessantesimo, stavolta lui dorato più del portiere rossonero. L'assist telecomandato, studiato, provato da parte di Milinkovic, è un arcobaleno: la punta brucia Kalulu e al volo, dal limite dell'area piccola, fa 2-2.
Babbo Natale Hernandez Inzaghi stupisce con la girandola di cambi, togliendo sia Immobile che Milinkovic-Savic. Pioli toglie Leao, sempre brillante in campo aperto, mai però incisivo spalle alla porta, da nove puro e duro. L'arcano tattico del portoghese resta, forse è più seconda punta in un attacco a due ma questo il menù di casa rossonera non lo prevede. Dentro Hauge, norvegese dei giovani miracoli dell'ultimo periodo rossonero. Troppa grazia. Rebic nel finale si mangia un gol pesantissimo, dopo che pochi istanti prima Reina gli evita un gol. Poi arriva Natale e lo fa al 93'. Angolo di Calhanoglu, testa di Hernandez e gol. Il Milan resta in testa alla Serie A. Pazzesco.
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