A Bola analizza la trattativa col Benfica: "Antonio Silva gioca per la Juventus"
L'interessamento della Juventus per Antonio Silva continua a far discutere in Portogallo, dove questa sera è in programma il derby tra il Benfica e lo Sporting CP. Da Dubai, nei giorni scorsi, Jorge Mendes, agente del difensore, è stato molto chiaro: "La Juventus lo vuole e lui vuole la Juventus". Parole accolte con una prevedibile dose di fastidio dal club lusitano.
Non ha tardato ad arrivare, in conferenza stampa, la replica di Bruno Lage, tecnico del Benfica: "Chi ha un contratto deve aspettare le clausole. Una cosa è certa: chi vuole i giocatori del Benfica deve venire con il portafoglio e nell'ultimo anno è arrivato con il portafoglio pieno".
Sulla vicenda si sofferma oggi il quotidiano A Bola, partendo dalla clausola risolutiva fissata a 100 milioni di euro: "Una cifra richiamata anche da Rui Costa il 30 novembre, quando il presidente ha dichiarato che le principali figure della rosa – presumibilmente includendo António Silva, un nazionale portoghese in una posizione con poche alternative credibili per il ct Bruno Lage – non sarebbero mai state cedute a gennaio a prezzo scontato. Parole che non devono essere sfuggite a Jorge Mendes, ma che l’agente non ha considerato abbastanza dissuasive da rinunciare alla sua pressione.
Il silenzio di António Silva è altrettanto eloquente: riflette lo stato d’animo di un calciatore scontento di guardare le partite dalla panchina mentre il tempo passa, perdendo quelle occasioni che, come si dice, passano una sola volta. Probabilmente António Silva avrà in mente il percorso di un altro difensore centrale del Benfica, Ferro, lanciato da Lage nel 2019 a 21 anni, ma che non ha confermato le aspettative e oggi gioca nell’Estrela da Amadora. La Juventus vuole António Silva, e sia il giocatore che Jorge Mendes guardano con interesse alle ambizioni della vecchia signora. Ora la palla passa a Rui Costa, e questa volta i media non potranno essere accusati di diffondere notizie di mercato per destabilizzare. A meno che Jorge Mendes e António Silva non siano anche giornalisti".