Gli intoccabili: la Roma ha cambiato faccia più volte ma sono 3 gli elementi indispensabili
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L'Europa League come salvagente di una stagione avara - per ora - di soddisfazioni. Un discorso che vale per il Porto, praticamente fuori dalla lotta per tutte le competizioni nazionali - ma anche per la Roma, che ha letteralmente buttato via la prima parte tra esoneri e scelte cervellotiche e che ora sta tentando di risalire la china. I risultati ottenuti in ambito continentale negli ultimi anni invitano ad essere fiduciosi ma ripetersi sarà molto difficile; la prima tappa di un possibile e auspicabile lungo percorso sarà quella di stasera, la sfida d'andata dei playoff di accesso agli ottavi in Portogallo.
Claudio Ranieri dovrebbe schierare l'11 migliore, in cui spiccano i tre "stacanovisti" della squadra giallorossa: Mile Svilar, Evan Ndicka e Angelino, ovvero i giocatori più utilizzati della rosa e ormai prossimi a superare quota 3000 minuti. Se il portiere titolare non si tocca, sorprende fino a un certo punto l'inamovibilità del difensore ivoriano, che nella scorsa stagione non aveva del tutto convinto: l'ex Eintracht Francoforte ha saltato una sola partita per influenza, quella contro l'Union SG, e ha giocato le altre 33 dal primo minuto.
Un segno di fiducia che i tre allenatori gli hanno riconosciuto, un discorso che vale anche per il terzino spagnolo: qualche minuto in meno ma stessi numeri e una sola gara a cui non ha preso parte, quella contro il Braga. Più di Dybala, Dovbyk, Mancini, Koné, Paredes e Pellegrini, sono loro il centro di gravità permanente della Roma.
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