Gerolin: "Fare scouting è anche avere feeling diretto con la società". E cita Atalanta e Napoli
Manuel Gerolin, ex ds tra le altre di Palermo e Udinese, è intervenuto ai microfoni di Radio Manà Manà Sport Roma: "L'area scouting la determina e la valorizza la proprietà o l'allenatore? Non facciamo confusione, l'allenatore deve allenare è la società che determina l'andamento della direzione sportiva. L'allenatore è lì e migliora il giocatore poi è logico più si sale di livello più l'allenatore magari può indicare un determinato giocatore. è logico che se io vado a prendere un ragazzo di 18 anni in Argentina l'allenatore non sa che cosa io abbia preso. E' doveroso avere un grande settore giovanile e una grande area scouting, vuol dire che devi arrivare prima su determinati giocatori, poi in base alla politica societaria si decide il da farsi. Alla fine si è visto che le squadre che non hanno un buon settore scouting, vanno in crisi''.
Quanto è importante strutturare e organizzare e programmare un settore giovanile come avete fatto voi ad Udine?
"Il settore giovanile viene proprio dalla Roma che ha sempre sfornato fino a poco fa, va da sé che la Roma è uno dei punti più forti di Italia. Ha una grande capienza poi bisogna essere bravi a selezionarli e a crescerli. Credo che questo glielo invidia tutta Italia, ad Udine il bacino di utenza era più piccolo, però avere un settore giovanile del genere da una certa mano e in questi anni la Roma è stata aiutata da questo settore".
Che percezione ha di una società come la Roma? ''Per il direttore sportivo io credo che loro abbiano degli obiettivi, perché è andato via Pinto e non credo che quel posto sia così vagante e ci sia qualcuno che sta già lavorando dietro le quinte. Se non fosse così sarebbe una follia, non programmare la prossima stagione perché alla fine il direttore sportivo lavora tutto l'anno, soprattutto nei mesi che nessuno si aspetta. Mi chiedete se mi vedo bene in questo ruolo a Roma ma a me piacerebbe tornare a fare i capo scouting, so come si fa e mi piacerebbe più fare quello che il direttore sportivo, che è un'altra carica. (..) La politica societaria della Roma in questi anni non è stata fantastica, forse perché avevano una situazione economica difficile, ci sono parametri che non vanno bene, forse gli servirebbe una politica tipo quella dall'Atalanta".
Lei dice che il modello Atalanta potrebbe essere una sorta di filosofia? ''Il modello Atalanta o anche lo stesso Napoli, vuol dire prendere i giocatori prima degli altri, organizzare un'area scouting sulla qualità, capire dove il giocatore si può esprimersi meglio e che ingaggi dargli. Fare scouting è anche capire queste cose e avere feeling diretto con la società, deve essere un tutt'uno con la società".
È ancora importante andare a conoscere il ragazzo?
''Il calciatore lo vedi da come cammina, da come sta con i compagni, da come si comporta nel campo e se non sai di calcio non lo puoi capire. I giocatori si comprano nel campo, altrimenti non puoi capire se un giocatore può avere una crescita".
''Comunque non credo che i tifosi siano così stupidi da voler solo il campione, i tifosi dell'Atalanta ad esempio si divertono, vedono giocatori che si divertono e si esprimono. Questo è il calcio che non è avere solo il campione, quindi devi strutturare una società che si può anche mantenere negli anni. I tifosi romanisti li ritengo molto intelligenti e quando c'è un giovane che gioca ed esprime le sue qualità, io vedo il pubblico che è molto molto contento".