Il futuro di Motta e dei big, Mihajlovic, il primo record a Bologna: parla Sartori
Ci accoglie nel suo ufficio al centro sportivo di Casteldebole e la prima cosa che noti, inevitabilmente tratto distintivo per un dirigente che ha girato ogni angolo di globo pur di scovare talenti prima degli altri, è un'enorme cartina del mondo affissa al muro alle sue spalle: Giovanni Sartori è qualcosa di più che un direttore sportivo, è una sorta di istituzione del fare mercato se si pensa a cosa è stato capace di fare al Chievo prima e all'Atalanta poi. Al cambio di dimensione che è riuscito a imprimere alle due realtà. Il suo primo anno da direttore dell'area tecnica a Bologna ha già dato buoni frutti, ma lui se l'aspettava un exploit iniziale così pronunciato? "Era quello in cui speravamo, aspettarsi qualcosa nel calcio non è semplice con tutte le variabili che rendono i pronostici mai scontati. Era un po' quanto ci aveva chiesto il presidente Saputo a inizio anno, volevamo eguagliare il record di 52 punti da quando ce ne sono tre a partita. Abbiamo raggiunto e superato l'obiettivo prefissato, a 2 punti da un 8° posto che sarebbe stato un primo coronamento", inizia così la lunga intervista esclusiva del responsabile del mercato rossoblù con Tuttomercatoweb.com.
Ha trovato il Bologna che si aspettava?
"Non conoscevo la società se non in qualche sua persona, ma senza averla vissuta. Conoscevo però la piazza, con una storia e una tifoseria importanti: una piacevolissima sorpresa già come sono stato accolto. Questo ci tengo a sottolinearlo, sia dalla società che dall'ambiente. Era come se fossi stato sempre qua, come in una grande famiglia. Sono stato anche caricato di grandi responsabilità ma non mi hanno fatto paura, me le sono assunte e siamo andati avanti col lavoro".
Volete riscattare Moro e Kyriakopoulos?
"Abbiamo già acquistato Posch esercitando il diritto di riscatto, sia noi che il ragazzo abbiamo felicemente concluso così l'anno di prestito. Ora stiamo negoziando un riscatto con la Dinamo Mosca per Moro, procediamo bene. Kyriakopoulos purtroppo ha finito la stagione con la labirintite: siamo rimasti contenti sia del ragazzo che del calciatore, visti gli ottimi rapporti con il Sassuolo proveremo a parlarne".
Terzic è ancora un obiettivo a sinistra, eventualmente?
"È un giocatore che stimiamo e che abbiamo trattato questo inverno. Vedremo".
Medel ha già dato l'addio, sarà lo stesso anche per De Silvestri, Soriano e Sansone?
"Prima di partire il presidente, insieme a noi della società e all'allenatore, ha voluto incontrare tutti questi ragazzi e far loro un grande ringraziamento per quanto hanno dato in questi anni. Ci siamo fermati lì, ai saluti".
Cambiaso tornerà alla Juventus, lo rivolevano già a gennaio?
"Sì, effettivamente lo volevano riportare a Torino questo inverno. Perché ne avevano probabilmente bisogno e pensavano che qua potesse essere chiuso. Noi però conoscevamo il valore di Andrea ed eravamo convinti che potesse trovare il suo spazio, come effettivamente poi ha fatto".
È pronto per la Juventus?
"Andrea è un ragazzo straordinario, un giocatore che secondo me dovrebbe proseguire nel suo percorso di maturazione. E qui a Bologna troverebbe le porte aperte".
Come siete arrivati al colpo Ferguson quest'estate? Corvino ha lamentato un'intromissione da parte vostra, disse "hanno preso la mia idea a certe cifre".
"Come rapporto qualità prezzo è stato l'acquisto migliore, 7 gol al primo anno in Serie A non sono pochi. A Corvino rispondo che inizialmente eravamo soli e che strada facendo ci siamo ritrovati il Lecce, per cui abbiamo dovuto accelerare ed alzare la nostra offerta iniziale. Alla fine il ragazzo ha scelto Bologna".
Teme di ricevere chiamate per lui in estate?
"No, rientra nel progetto 2023/24 del Bologna, è già confermato".
Sarà un'estate di nuove offerte per Arnautovic?
"L'estate scorsa ne è arrivata una, c'era un interessamento di una big ma è morto sul nascere perché in quel momento l'abbiamo ritenuto incedibile. Tra l'altro lui ha esordito con l'Inter in casa del Chievo, davanti ai miei occhi".
Zirkzee sembra aver trovato la sua dimensione. Che prospettive ha?
"Noi pensiamo che sia ancora a metà del suo percorso di crescita. È giovane e non ancora al massimo del potenziale, va lavorato e deve farlo anche lui ma ha grandissime qualità".
Un acquisto estivo che ha dato solidità è Lucumi.
"Lo conoscevamo benissimo. Io personalmente, visto che l'avevo seguito già all'Atalanta, ma anche gli scout del Bologna. Perso Theate cercavamo un mancino e abbiamo individuato in lui il sostituto. Dopo un inizio un po' timido, perché doveva adattarsi, è esploso. Credo sia stato tra i migliori difensori centrali dell'intero campionato".
Il suo primo anno a Bologna è anche quello dell'addio a Mihajlovic.
"Io purtroppo ci ho passato poco tempo insieme, lui è stato quasi sempre in ospedale. Ma è stata comunque una grandissima esperienza, la sua è una perdita gravissima per il mondo calcistico e non solo quello. Il messaggio che ha mandato, e lo dicono tutti, è stato quello di non aver mai mollato. Mai, in qualsiasi momento della sua vita ha sempre cercato di reagire alle negatività e alle avversità".
Thiago Motta è sempre stato la prima scelta?
"Sì. Una scelta condivisa con il presidente e la dirigenza, qui lavoriamo di gruppo. E soprattutto una scelta decisa, l'abbiamo individuato e siamo partiti senza altre alternative".
Come lo ritrarrebbe?
"Sono più d'uno gli aspetti da raccontare di Thiago Motta, non puoi fermarti a una componente sola. È un grandissimo lavoratore, un professionista intelligente e attento ai particolari, per cominciare. E con delle bellissime idee di calcio".
Si parlava per lui di PSG e Inter, è già pronto per club così?
"Non posso dirlo, non conosco quelle realtà. Però conosco lui e posso dirvi che ci arriverà".
Avete espresso con lui unione e comunione d'intenti per la stagione prossima?
"Abbiamo tutti lo stesso obiettivo, ripartire e cercare di fare un buon campionato. Il massimo di quanto possiamo".
Orsolini e Dominguez, situazioni simili?
"Ormai è un tema che ci trasciniamo dall'estate scorsa, quando abbiamo provato ad allungare i loro contratti e renderli entrambi parte integrante di un progetto che dovrebbe partire adesso, con il campionato 2023/24. Però stiamo ancora negoziando e non siamo arrivati a un punto".
Sarà l'estate della verità?
"Stiamo lavorando, il nostro obiettivo è di tenerli. Dominguez nel tempo è diventato anche il capitano... Poi però valuteremo tutte le opzioni".
Qualcuno è più avanti?
"No, ma neanche più indietro".
Che impressione le ha lasciato Saputo?
"Lo viviamo poco, perché normalmente è in Canada ma quando viene qua è molto disponibile. Parla con tutti, facciamo riunioni, vive da primo tifoso del Bologna seppure molto rispettoso dei ruoli. Il suo interlocutore in primis è l'ad Fenucci, che poi fa da trait-d-union con tutti gli altri".
Con Di Vaio come vi trovate?
"Da quest'anno è stato promosso direttore sportivo, è il mio primo collaboratore e all'interno della società è un valore importante".
Ci racconta della collaborazione che state avviando col Vojvodina?
"Con questa società, in particolare col presidente, c'è un ottimo rapporto: loro sono venuti da noi e viceversa, vediamo se nascerà qualcosa di concreto".
Sembra piacervi l'esterno d'attacco Kabic.
"È un giovane interessante, per chiunque lo volesse prendere".
Quanto pesa la visione diretta rispetto all'analisi video?
"Mi piace girare, anche quando non ci siano segnalazioni. Vogliamo verificare tutto dal vivo: abbiniamo al live il video, con quello si fa una prima schermatura. Ma sono sempre stato un amante dell'osservazione di persona e in questo mio modo di pensare ho coinvolto il Bologna. Mi stanno seguendo, andiamo avanti così. E se c'è qualcuno che mi viene segnalato, vado io a vederlo".
Il Bologna è tra le società che lavora a un progetto stadio. Incide questo sulla programmazione sportiva? Se sì, quanto?
"Lo stadio è un asset importantissimo, non solo economicamente. Purtroppo in Italia siamo indietro anni luce, per mille motivi. In molti paesi con Europei e Mondiali hanno potuto ristrutturare o fare ex novo i loro impianti, noi dal '90 ormai non ci riusciamo. Solo qualche società sparsa l'ha fatto, penso alla Juve o l'Atalanta: sono aggiustamenti, ma dobbiamo pensare a criteri più moderni".
In chiusura, andiamo all'origine: la stupisce sapere che Malesani sia sparito dai radar così presto?
"Purtroppo è successo a tanti, ma con Alberto mi lega un rapporto di affetto. Siamo partiti insieme, vincendo il campionato di C con il Chievo nel '93 e da lì abbiamo fatto altri quattro anni in cui ho visto che era davvero un precursore. Alla luce del percorso fatto, non capisco perché sia sparito".