Daniel Carrico, da Siviglia a Wuhan senza paura: "Cina oggi più sicura dell'Europa"
C'era una volta chi scappava dalla Cina... Una realtà minacciosa ma lontana, troppo lontana per riuscire a cambiare la nostra routine quotidiana. Da dicembre 2019 a febbraio 2020, sono passati però appena due mesi e il Coronavirus è ben presto diventato un problema internazionale. Tanto da mettere interamente in quarantena una (pen)isola felice come l'Italia, colpita duramente da un'emergenza senza precedenti, almeno per quanto riguarda il XXI secolo. Eppure, c'è chi dall'Europa non ha avuto paura di fare il percorso inverso e trasferirsi proprio al Wuhan Zall Football Club, la squadra della città in provincia di Hubei da cui è iniziato il grande "incubo" COVID-19. Si tratta di Daniel Carriço, storico ex vice-capitano del Siviglia (tre Europa League consecutive in bacheca dal 2013 al 2016), che lo scorso febbraio, in piena crisi mondiale, ha firmato senza paura un contratto col club di Super League cinese. Una scelta incomprensibile per tanti, anche per alcuni tra i suoi affetti più cari, che il difensore classe '88 portoghese ha preso però con coscienza dopo giorni di lunga e ponderata riflessione, spiegando le sue ragioni in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com nel giorno che avrebbe dovuto vedere la sua ex squadra affrontare la Roma in Europa League al Sánchez-Pizjuán.
Carriço, ci aiuti subito a capire: perché la scelta Wuhan Zall FC?
"Ho 31 anni, ero in scadenza di contratto col Siviglia e, dopo tante stagioni nel calcio europeo tra Portogallo, Cipro, Inghilterra e Spagna, volevo vivere un'esperienza completamente nuova tanto a livello umano quanto professionale. Non mi sono mai pentito di questa scelta, neanche un giorno. Anzi sono emozionatissimo e non vedo l'ora di iniziare. Il Wuhan Zall FC mi ha voluto a tutti i costi e questo mi inorgoglisce".
Non le fa paura l'idea di doversi trasferire proprio nell'epicentro del nuovo Coronavirus?
"Ma quale paura? Per ora mi sto allenando con tutta la squadra a Marbella, nella Costa del Sol andalusa, e resteremo qui fino a fine marzo. Stiamo aspettando che l'allarme Coronavirus rientri completamente, prima di poter tornare in tranquillità a Wuhan e riprendere progressivamente in mano le nostre vite. In Cina, d'altronde, la situazione attuale è sicuramente meno preoccupante rispetto a quella del resto del mondo".
Quanto è stato difficile scegliere il Wuhan Zall FC dopo tanti anni ad alti livelli?
"All'inizio ho dubitato un po', non posso negarlo. Quando è iniziato il calciomercato invernale non si sapeva con precisione cosa fosse il COVID-19, ma solamente che c'era un nuovo virus in circolazione in Cina. Ho passato vari giorni a informarmi e lo stesso club mi ha tranquillizzato, garantendomi che non avremmo messo piede a Wuhan finché non fosse passata l'emergenza".
Quali informazioni vi arrivano da Wuhan in questi giorni?
"È vero che il problema Coronavirus ormai sta affliggendo tutto il mondo, ma in Cina le cose vanno decisamente meglio. Se in Europa i contagi sembrano infatti aumentare ora dopo ora, Paese dopo Paese, a Wuhan i malati diminuiscono e i nuovi casi sono davvero pochi. Speriamo che tutto si possa risolvere in fretta, me lo auguro con tutto il cuore".
E i suoi compagni cinesi come stanno vivendo tutto questo?
"Chiaramente con preoccupazione. In molti hanno familiari chiusi in casa da mesi a Wuhan, la situazione è stata veramente dura nell'Hubei e in tutta la Cina. L'Europa deve reagire subito, non può perdere tempo prezioso".
Le misure drastiche adottate a Wuhan e in tutto il resto del Paese, a posteriori, hanno funzionato: è giusto fermare il calcio secondo lei?
"È fondamentale contenere in ogni modo possibile la propagazione del virus, senza permettergli di continuare a diffondersi ovunque. Sospendere le partite, quindi, è sicuramente la soluzione migliore: pensate a quante migliaia di persone si ritrovano negli stadi ogni domenica. O alla salute degli stessi giocatori e di tutto lo staff in campo".
Le porte chiuse non sono sufficienti?
"Le porte chiuse aiutano, ma è chiaro che fermare tutto è ancora più efficace. Capisco che non sia facile, soprattutto a livello internazionale, ma in Europa bisogna capire che vanno prese tutte le misure necessarie per far sì che sia sempre meno la gente che si infetta. La salute pubblica deve venire prima del calcio e di qualsiasi altra cosa".
È ancora troppo presto per sapere quando saranno recuperate le partite europee, ma almeno in Cina c'è già una data ufficiale per quanto riguarda l'inizio del campionato.
"Sì, la Super League cinese dovrebbe cominciare il 15 aprile, la situazione a Wuhan e in Cina sta migliorando giorno dopo giorno. La nostra società è in contatto diretto con le autorità competenti e, appena non ci sarà più alcun rischio, partiremo per iniziare questa nuova avventura. Agli italiani, agli spagnoli, ai portoghesi e a tutti gli altri europei dico di seguire gli ordini che arrivano dai rispettivi Governi: per vincere questa battaglia serve un piccolo sforzo da parte di tutti. Insieme, possiamo farcela".