Baraye (Gil Vicente) avvisa la Juve: "Al Porto è rimasta solo la Champions"
Serata di Champions League per la Juventus, che oggi sfida il Porto per rimontare il 2-1 subito all’andata. Ne abbiamo parlato con Yves Baraye, che i lusitani li conosce benissimo. L’attaccante classe ’92, che per anni ha calcato i campi del nostro calcio (al Parma e non solo), veste la maglia del Gil Vicente, ultimo avversario dei Dragoni in campionato. “Il Porto è una grande squadra, tutti la conoscono - dice Baraye, che ha vissuto dalla panchina la sconfitta dei suo compagni contro i ragazzi di Conceicao - lo è anche a livello internazionale: quando giochi contro di loro sai che devi farlo in un certo modo. Noi volevamo metterli in difficoltà subito, sapevamo che hanno poca pazienza e che, se non segnano subito, iniziano ad attaccare concedendo degli spazi. La tattica era chiara, il loro gol l’ha affossata. È una grande squadra, con grandi giocatori che possono fare la differenza in qualsiasi momento”.
Che squadra troverà la Juve? Li hai visti in forma?
“Contro di noi, onestamente, no. Non so se magari erano stanchi o se sapevano che dopo pochi giorni avrebbero dovuto giocare una partita decisiva. Sono fuori dalla lotta per il titolo e anche dalle coppe nazionali: gli è rimasta solo la Champions. E secondo me, anche a livello mentale, avevano la partita contro la Juve su cui concentrarsi. Penso abbia pesato”.
A livello personale, come sta andando la tua avventura in Portogallo?
“Di questa stagione non sono contento. Ho avuto tante difficoltà, e nella prima parte ho potuto giocare poco. Sono arrivato tardi, non ho fatto la preparazione e dovevo recuperare; poi ho avuto il Covid e sono rimasto fermo. Quando hai tanta voglia e gli infortuni ti frenano, c’è una rabbia che ti rimane dentro. Ma io sono tranquillo, so che mancano 12 partite e devo fare bene con la mia squadra per salvarci”.
Nostalgia dell’Italia?
“Beh, dieci anni in Italia non si dimenticano così in un colpo. In Portogallo mi trovo bene, è un Paese tranquillo in cui si vive bene. L’Italia, ovvio, è casa mia”.
Il tuo Parma è penultimo in Serie A.
“Sì, li seguo sempre. È la mia seconda casa, mi vogliono bene tutti e io ne voglio a loro. Devo dire che ora stanno anche giocando bene, ma i risultati non vengono. Ho visto le partite contro l’Inter e la Fiorentina, ma a volte anche a livello mentale è complicato. Quello che posso dire è che il Parma non merita assolutamente di andare in B, è una grande squadra e una grande piazza. È stato duro tornare in A, gli auguro di dare tutto per rimanere”.
Ti è capitato di sentire D’Aversa da quando è stato richiamato? Ha creduto tanto in te.
“No, ogni tanto Karamoh o Gervinho, con cui sono più legato. Il mister sinceramente no, perché vista la situazione so che non è il momento di mandare messaggi. È stato come un padre per me, mi ha aiutato molto a crescere. E gli auguro di salvare la squadra, come ha sempre fatto”.
A proposito di Parma, stasera in Champions c’è Kulusevski. L’anno scorso, quando è arrivato dall’Atalanta, ti aspettavi che fosse da Juventus?
“Si vedeva da subito che era un giocatore da grande squadra. Io c’ero all’inizio, nei primi allenamenti vedevi che era un talento incredibile. Lui ha avuto la testa e la personalità necessarie per dimostrare di essere un grande giocatore, il resto si vedeva da subito. E infatti sta facendo bene anche alla Juve”.