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Eriksson, il ricordo di Orsi: “Grande dispiacere. Sven era una persona speciale”

Eriksson, il ricordo di Orsi: “Grande dispiacere. Sven era una persona speciale”TUTTO mercato WEB
lunedì 26 agosto 2024, 14:45Serie A
di Lorenzo Beccarisi

Ci ha lasciati all’età di 76 anni Sven Goran Eriksson come annunciato dalla famiglia quest’oggi. In Italia mister Eriksson ha lavorato con Roma, Fiorentina, Sampdoria e Lazio, dove vinse il secondo scudetto della storia biancoceleste nella stagione 1999/2000. La redazione di tuttomercatoweb.com ha contattato in esclusiva l’ex collaboratore di Sven Goran Eriksson ai tempi della Lazio Nando Orsi. Queste le sue parole:

Che ricordo ha di Sven Goran Eriksson?
“La notizia di oggi è un grande dispiacere, Sven era una persona speciale perché era l’allenatore che ha avuto una grandissima carriera, ma ti metteva sempre a tuo agio. Ti dava piena libertà nel lavoro e aveva sempre un atteggiamento positivo, anche nelle parole finali del suo commiato è stato una persona meravigliosa. Apparentemente senza paura, ma una persona forte e quindi dispiace moltissimo. Se ne va una persona per bene, un grande allenatore e un grande uomo”.

L'ha colpita il modo in cui ha affrontato la malattia e la grande vicinanza ricevuta da tutto il mondo del calcio, specialmente dal popolo laziale?
“Questo fa parte della persona, per chi l’ha conosciuto non è stata una sorpresa. Per molti si, ma lui ha sempre preso la vita con molta positività. Era una persona di un’intelligenza e di un’intuizione incredibile. Il tributo che ha ricevuto da tutte le squadre dove è stato è il riconoscimento della sua carriera come allenatore ma soprattutto come uomo”.

Qual è stato il segreto per farsi voler bene da entrambe le piazze romane e cosa lascia al calcio italiano?
“Lascia tantissimo, da entrambe le parti. Alla Roma poteva vincere uno Scudetto all’ultima giornata, alla Lazio lo ha vinto all’ultima giornata e in entrambe le occasioni in modi incredibili. Quando una persona soprattutto nel calcio riesce a farsi voler bene sia da una parte che dall’altra significa che era una persona per bene. Questo era Sven, uno cui era difficile voler male perché era una persona molto solare e sincera. Anche se diretto, era un uomo vero e la grandezza della persona sta proprio nel suo trascorso. Da allenatore ha lasciato un’impronta importante ovunque sia andato”.

Ci può raccontare un aneddoto del periodo vissuto insieme a mister Eriksson a Roma?
“Era una persona molto concreta. Ricordo quando andavamo sull’aereo lui stava sempre in prima fila, quando diceva di voler riposare mezz’oretta toglieva gli occhialini e dormiva esattamente trenta minuti. Era di una razionalità incredibile, quando c’era da riposare si riposava e quando c’era da lavorare si lavorava. Riusciva a scindere benissimo le due cose, quando usciva dal campo molto tardi perché lavorava fino a tardi faceva la sua vita. È stato un grande uomo dentro ma soprattutto fuori dal campo”.

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