Douglas Luiz è stata un'operazione più economica che tecnica. Per "colpa" dell'Aston Villa

Mesi addietro, Damian Vidagany, aveva parlato del trasferimento di Douglas Luiz alla Juventus con una confessione in piena regola. "La fine della stagione ci ha portato a una situazione in cui dovevamo vendere giocatori per ottenere profitti ed evitare di violare il fair play finanziario. Solitamente dal 20 maggio al 30 giugno c'è un periodo di pausa, ma per noi non è stato così. La vendita definitiva è avvenuta il 30 giugno. Dovevamo recarci a Las Vegas perché Luiz si trovava lì con la nazionale brasiliana. Dovevamo accordarci con tre giocatori. Se anche solo uno di loro non avesse accettato, l'operazione non sarebbe andata a buon fine. Non bisogna aver paura di vendere i giocatori. La cosa più importante è acquistare bene; trovare un acquirente per i tuoi giocatori e trovare un giocatore che offra le stesse garanzie di quello che stai cedendo."
Il fair play finanziario, insomma, ha inguaiato l'Aston Villa. E ora anche la Juventus, perché a nove mesi di distanza sembra un affare che ha scontentato tutti. Iling Jr e Barrenechea sono stati prestati in fretta e furia (pagati 22 milioni in totale), Douglas Luiz oggi ha sbottato perché non è mai stato impiegato per due partite consecutive - cosa vera - e rischia di vedere il proprio status decisamente al ribasso rispetto all'anno passato quando era uno dei migliori centrocampisti di Premier League.
Insomma, seppur l'operazione di fondo potesse anche avere un senso logico, di fatto l'ha avuto solo economico. Per entrambi i club che ora si trovano però tre giocatori non contenti della propria stagione.
