Certezze e rimorsi. Napoli in corsa per lo Scudetto (nonostante quella cessione...)

Il ritorno al successo nella notte del ritorno al 4-3-3 non può essere un caso per il Napoli. Contro il Milan, dopo il successo dell'Inter contro l'Udinese, la squadra di Antonio Conte ha risposto alla capolista con un 2-1 meritato e sofferto. Al termine di una partita dai due volti e con una squadra che nei suoi uomini chiave ha retto un tempo salvo poi affidarsi ai due gol di vantaggio per difendere i tre punti nella ripresa.
Non è stata una vittoria semplice, c'è stato bisogno nel secondo tempo anche di un rigore parato da Alex Meret per delimitare la fase di totale sofferenza agli ultimi dieci minuti. Ma è stata una vittoria figlia del ritorno a quegli automatismi che hanno caratterizzato la cavalcata del girone d'andata. Il ritorno al 4-3-3 è stato la chiave di volta per cogliere di sorpresa il Milan dopo una manciata di secondi e per reintrodurre Neres nell'undici titolare. Mosse che hanno fatto la differenza nella prima mezz'ora, fin quando la squadra ha retto dal punto di vista fisico.
La gara di ieri (infortuni permettendo) ha mandato in archivio il 3-5-2 almeno per questa stagione, un modulo che Conte è stato costretto ad adottare dopo la cessione di Kvaratskhelia e una lunga serie di infortuni sulla catena di sinistra che gli hanno tolto ogni possibilità di andare avanti col tridente offensivo. Un modulo che ha messo in luce Giacomo Raspadori ma soprattutto troppi limiti di una squadra che prima di ieri aveva ottenuto un solo successo in sette partite.
Il cammino degli azzurri dopo la vittoria contro la Juventus ha subito una brusca frenata. Dalla Roma al Venezia: otto punti in sette partite sono bottino troppo magro per una squadra che punta al titolo. Sono da media salvezza, sono figli della cessione di Kvaratskhelia e dei tanti infortuni che hanno costretto Conte alla difesa a tre e messo a nudo i limiti di una rosa non paragonabile a quella dell'Inter. Nonostante ciò il Napoli resta in scia, a -3 dalla vetta a otto partite dalla fine. Nonostante un paio di mesi molto complicati, iniziati con la cessione del calciatore più forte.
