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Cagliari, Carta è sicuro: "Primavera e vivaio, il nostro un modello che funziona"

Cagliari, Carta è sicuro: "Primavera e vivaio, il nostro un modello che funziona"
© foto di Ufficio Stampa Cagliari Calcio
venerdì 19 gennaio 2024, 16:34Serie A
di Claudia Marrone

C'è tanto lavoro dietro lo sbarco di un ragazzo che fa l'ultimo gradino dall'Under 19 al calcio dei grandi, alla Serie A. Il Cagliari non fa eccezione, e i risultati non arrivano per caso, in un Settore Giovanile che pochi giorni fa ha accolto con il sorriso la convocazione di un classe 2005 quale è Alessandro Vinciguerra nel gruppo di un maestro come Claudio Ranieri, che ha voluto aggregare alla sua prima squadra - in occasione del match contro il Bologna - il calciatore forgiato dall'Under 15. I microfoni di TuttoMercatoWeb.com, hanno contattato in esclusiva il Direttore Sportivo e Organizzativo del Settore Giovanile rossoblù Pierluigi Carta, che ha tracciato un primo bilancio guardando al futuro, sia immediato che di lungo periodo.

Vinciguerra un esempio di lavoro di grande scouting: quali sono gli ingredienti per forgiare ragazzi pronti per il professionismo?
“Scouting oculato nel territorio regionale e fuori dalla Sardegna, professionalità, lavoro di tutta la struttura societaria, capacità gestionale a 360 gradi dei singoli ragazzi da parte di tecnici e responsabili, condivisione di obiettivi e risultati. Il tutto, ovviamente, avendo coscienza di quanto sia complicato e che ogni individuo merita attenzioni specifiche, non tutti possono essere gestiti allo stesso modo, viste le molteplici peculiarità. Veniamo da un altro weekend in cui le nostre giovanili hanno vinto dalla Primavera all'Under 16, battendo in due occasioni una big come l'Inter. Il risultato a questi livelli è l'ultima cosa che conta, l'ultimo step, ma restituisce molto di ciò che fai ogni giorno".

Primavera in alto, tanti ragazzi in luce e un'età media molto bassa. Questa è la strada giusta?
“È fondamentale avere nella Primavera un allenatore con grande capacità gestionale e relazionale, dando concreto e produttivo sfogo al lavoro impostato “dal basso” e gratificando l’operato di tutte le componenti. Noi lo abbiamo individuato in Fabio Pisacane, che conosce la nostra filosofia e la accoglie in pieno, premiando il merito e accettando di giocare con molti classe 2006 e un 2007, evitando di utilizzare il "6+1" sui 2004. Spesso, anzi, questi ultimi sono meno di tre a beneficio dei più giovani. Il mister è agli esordi in panchina ma ha grande esperienza nel calcio, crede nella crescita dei giovani col supporto del club: elementi fondamentali per mettere in pratica determinati concetti”.

Accenna ai giovani. Qualche nome?
“Non amo parlare dei singoli, ma qualcuno è giusto farlo perché funge da esempio concreto: parto dal centrocampista centrale classe 2007 Roberto Malfitano, che parte dal progetto Academy nel territorio sardo (oggi guidato dal responsabile Mattia Belfiori, che cura anche l’attività di base, ndr), cresce nel Settore Giovanile e arriva a giocare titolare in Primavera venendo convocato in Nazionale Under 17. Ci sono poi vari 2006 come Andrea Cogoni, Ivan Sulev, Manuel Conti e Ismael Konate, Antoni Franke, Samuel Ardau, Yael Trepy, quasi tutti già dalla scorsa stagione titolari o stabilmente in Primavera. Elementi che spiegano la nostra filosofia”.

Le sue soddisfazioni più grandi?
“Poter applaudire il lavoro delle persone che operano quotidianamente: Bernardo Mereu, responsabile del nostro Settore Giovanile, Roberto Muzzi, che oggi ha il focus su Primavera e Under 18, il Coordinatore Tecnico dall’Under 16 alla pre-agonistica Oscar Erriu che tra l’altro scoprì Vinciguerra bruciando la concorrenza e portandolo a Cagliari nel 2019. E ancora Davide Marfella per la Match Analysis, Walter Bressan per i portieri e Jacopo Secci per la preparazione atletica, Danilo Sancamillo quale responsabile dello scouting per il Settore Giovanile. Professionisti indispensabili per supportare il preziosissimo lavoro dei tecnici e dei loro staff, continuando a migliorare”.

Crescere. Verso quali traguardi?
"Oggi il Cagliari è tra le primissime realtà del calcio nazionale a livello di Settore Giovanile, e lo dico non certo in termini di coppe sollevate ma in riferimento alla capacità e alla mole di calciatori che vengono portati fino all'U19, che ormai è a tutti gli effetti professionismo e dalla prossima stagione sarà Under 20, cresciuti per davvero nel Settore Giovanile. L'obiettivo, il parametro di riferimento, deve essere quello della competitività senza dover per forza fare mercato, e questo puoi farlo solo costruendo dal basso, giocando "sotto età" con tanti ragazzi maturati nel vivaio".

Non semplicissimo...
"Molto sfidante, ma oltremodo stimolante. Siamo davanti a un crocevia importante per i regolamenti federali, con l’abolizione del vincolo, ed è dunque importante farsi apprezzare per un lavoro programmato e per gli obiettivi centrati. Oggi il Cagliari mette in campo qualità, percorso meritocratico, lavoro di prospettiva, possibilità di giocare sotto età e quindi anticipare e accelerare il percorso di crescita, ovviamente qualora questo sia possibile di caso in caso".

Un Cagliari sempre più verde, insomma?
"Le convocazioni di Carboni (a febbraio in Serie B, ndr) e Vinciguerra in prima squadra, tre classe 2002 come Obert, Kourfalidis e Luvumbo titolari in semifinale playoff di Serie B, Idrissi in Nazionale Under 19, tre portieri classe 2008 come Are, Filigheddu e Sarno sempre titolari alternativamente tra Under 16, 17 e 18, e ancora l'Under 17 che domenica scorsa ha chiuso la sua partita con tre classe 2008 in campo: esempi concreti di come intendiamo fare calcio, e i risultati - ad ampio spettro - ci stanno dando ragione. Con grande serenità e pragmatismo, senza esaltazioni eccessive, andiamo avanti con fiducia per proseguire su questa strada”.

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