Al Milan non esistono santi
L'inizio di stagione del Milan è completamente da dimenticare, soprattutto se si valutano i numeri (horror) fino a qui registrati in campionato; in Serie A la formazione rossonera non partiva così male dalla stagione 2019-2020, quando in 9 giornate furono quattro le sconfitte, oggi ferme, ancora, a 3. E la distanza dal Napoli capolista è già ampia: 11 punti a fronte dei 22 che c'erano tra milanisti e partenopei nella passata stagione.
Ricorrenza
Ma di chi è la colpa? Chi sono i colpevoli? Difficile stabilirlo con puntualità. Anzi, facciamo una cosa. Approfittiamo della festa di Ognissanti, che ricorre oggi 1 novembre, per riflettere su un concetto fondamentale: al Milan non ci sono santi. Nel senso: tutti, in un modo o nell'altro, chi più e chi meno, hanno colpe per questo inizio di stagione molto complicato, fin troppo complicato, del club rossonero.
Tipi di colpe
Indubbiamente, i colpevoli principali siedono in dirigenza: le scelte fatte in estate non convincevano già ai tempi in cui venivano paventate. Con Conte, Coincencao, De Zerbi, Flick, Tuchel e Sarri liberi, Ibrahimovic e soci hanno preferito puntare su Paulo Fonseca, tecnico bravo, ma non vincente e, forse, non adeguato a guidare una squadra come il Milan. E qui arriviamo alle colpe di Fonseca: troppe formazioni diverse, troppa convinzione di voler imprimere le sue idee nonostante siano difficili e non così compatibili con la rosa a disposizione. E qui arriviamo ai giocatori, certamente non esenti da responsabilità per deficit tecnici e per alcuni comportamenti non certo in linea con dei professionisti quali sono.