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Lazio, Murgia: "Vi racconto il gol alla Juve. La bravura di Inzaghi è..."TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
Oggi alle 15:45News
di Niccolò Di Leo
per Lalaziosiamonoi.it

Lazio, Murgia: "Vi racconto il gol alla Juve. La bravura di Inzaghi è..."

Alessandro Murgia, ex centrocampista della Lazio, è intervenuto nel corso del podcast Tridente per raccontare del suo futuro, ma anche del suo passato in biancoceleste, tra l'esordio con Simone Inzaghi e la vittoria della Supercoppa Italiana e l'attuale campionato di Serie A. 

"Se c’è una società per cui non guarderei né cifre né durata di un contratto è la Lazio. È una squadra che ti resta dentro, rivivere le emozioni di quello stadio, con quella maglia e quella gente sarebbe bellissimo. Sono cresciuto là, ho esordito e vinto e seguo tuttora la squadra come il primo tifoso. Tornerei di corsa". 

L'ESORDIO - “Esordio? Fondamentale l’arrivo di Inzaghi in panchina, anche se prima ancora la società mi aveva comunicato che avrei fatto parte della rosa della prima squadra. Ricordo che Bielsa rifiutò e in poco tempo la società richiamò Inzaghi diretto a Salerno. Il mister mi aveva anche chiesto di andare con lui in B. Il dietrofront ha consentito l’apertura di un percorso vincente.”

SUPERCOPPA ITALIANA - “Gol alla Juventus? A volte i gol facili sono quelli più complessi. Lì lo senti, hai come un sesto senso che ti porta ad accompagnare l’azione. Lukaku è stato bravo a dribblare e metterla bene dietro coi tempi, la forza e la velocità giusta. Il resto l’ho fatto io tenendo la palla bassa. Ero pronto e la stavo chiamando la palla, poi dopo non ricordo cosa è successo. Non ricordo la corsa sotto la Nord e l’abbraccio dei compagni, talmente era alta l’adrenalina. Fatico a ricordare anche i minuti successivi al gol. È stato un sogno bellissimo, una favola.”

IL 2017/2018 - “La Serie A è un campionato complicato. La squadra era forte e grande merito è stato di Inzaghi, che ha permesso al gruppo di compattarsi, rendendo Luis Alberto e Milinkovic i due giocatori che poi abbiamo conosciuto e Immobile la punta di diamante. Purtroppo c’erano altre squadre attrezzate e obbligate a vincere, ma in quella stagione ci siamo comunque levati delle soddisfazioni.”

INZAGHI - “Su di lui chiunque lo abbia avuto ti parla della gestione del gruppo come pregio principale. È vero, ma per me anche la bravura nel farti dare il 150% dalla gestione personale alla prestazione in campo. È maniacale, ha uno degli staff migliori in Italia e infatti è cresciuto tantissimo nella gestione dei momenti e nella cura dei dettagli. Sul suo addio? Sono scelte che fatico a commentare non conoscendole. Sicuramente era finito un ciclo, lui ha proseguito la sua carriera e la Lazio è ripartita.”

L'ADDIO ALLA LAZIO - “In quel momento volevo giocare. Ero un ragazzo che aveva voglia di farsi vedere e ho deciso di accettare un contesto che mi permettesse di farlo con più continuità rispetto alla Lazio, poi ognuno col senno di poi potrebbe dire ciò che vuole. Inzaghi quando mi metteva lo faceva perché sapeva che gli avrei potuto dare una mano, non di certo per farmi un favore. Sono comunque orgoglioso del mio percorso, sia dal punto di vista calcistico che umano, poi da fuori è sempre facile commentare. Gli errori ti formano. Mi piace guardare il presente e lavorare bene per il futuro.”

LA LAZIO DI OGGI “Attualmente la Lazio sta ottenendo buoni risultati con un nuovo ciclo, nuovi giocatori. So come funziona la piazza e capisco le critiche iniziali, ma ci vuole pazienza anche se non è semplice e alcuni obiettivi vanno centrati subito. Ciò che resterà sempre, oltre i giocatori e gli allenatori, è la Lazio, l’amore per la sua gente e per la sua maglia. Ogni volta che guardo la squadra giocare mi emoziono, che si vinca o che si perda, indipendentemente da chi gioca e penso sia così per ogni tifoso.”

LA LOTTA EUROPEA - “È ancora tutto aperto e da definire, le squadre sono vicine in classifica. Sicuramente la Roma da quando ha ripreso Ranieri ha avuto un cambio radicale, la Lazio magari ha avuto un periodo di tentennamenti. Il campionato è difficile come ho detto prima, io non ho dubbi su chi tifare. Fare pronostici è difficile.”

LOTITO - “Non avevo un rapporto direttissimo. Ha i suoi modi che possono piacere o meno, ma lo posso descrivere come uno che da tutto in ciò che fa e farebbe di tutto per la squadra.”

IL COMPAGNO PIÙ FORTE - “Ce ne sarebbero tanti, ma Klose ti lasciava proprio a bocca aperta nonostante l’età.”