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L’euro-Juve, il Napoli da scudetto, la reazione di Inzaghi, la rivoluzione-Milan e altri appunti: 7 pensieri tra una canzone e l’altraTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Editoriale
di Fabrizio Biasin

L’euro-Juve, il Napoli da scudetto, la reazione di Inzaghi, la rivoluzione-Milan e altri appunti: 7 pensieri tra una canzone e l’altra

È iniziato il Festivàl con l’accento sulla A. È probabile che ve ne siate accorti. Mai come quest’anno il carrozzone ha fatto male i suoi calcoli, ché ogni sera dovrà scontrarsi con una partita di quelle succulente, la Champions League, il campionato con le sue mille sfaccettature. La cosa buona è che a partita finita dovranno cantare ancora 34543534 artisti. Forse anche qualcuno in più. Portate pazienza.
Qualche pensierino sparso qua e là, tra una canzone e l’altra.

1) Il Napoli ha perso Neres per almeno un mese. Una brutta botta per almeno due motivi: 1) Il ragazzo è fortissimo. 2) Il ko è arrivato a mercato ormai chiuso. La sfortuna è una componente imprevedibile, ma è vero che col senno di poi il club avrebbe potuto dare una mano in più al suo allenatore. Okafor è il piano C di una sessione di mercato chiaramente insufficiente e che, però, va messa insieme a quella estiva che al contrario era stata parecchio interessante. Conte dovrà essere bravissimo a mantenere la barra dritta, in fondo la squadra continua a seguirlo e ha tutte le possibilità di combattere per il titolo fino in fondo. C’è chi ha già suonato il de profundis per il pareggio con l’Udinese e non sa quello che dice: questo Napoli ha abituato tutti fin troppo bene, un calo non è la fine del mondo.

2) Ebbene sì, abbiamo un grosso problema legato alla gestione delle partite. Gli arbitri, certo, ma soprattutto il protocollo-var. Ce ne siamo accorti da tempo e tantissimo nell’ultimo turno di campionato. Il dato di fatto è che la classe arbitrale in nome di un protezionismo (per l’arbitro di campo) francamente fuori dal tempo, si ritrova a difendere posizioni indifendibili. La trasmissione nata con il buon intento di voler avvicinare fischietti e tifosi, da qualche tempo si è trasformata in un patetico tentativo del mal capitato di turno di giustificare qualunque cantonata. Il nostro calcio ha un problema e quel problema è riassunto in una frase: “Il var in questo caso non può intervenire”. Cazzata. Il var deve poter intervenire sempre, anche sul lancio della monetina. Prima lo capiremo prima daremo una sistemata al tutto.

3) L’Inter è tornata a vincere, si è vendicata della bellissima Fiorentina di giovedì scorso e lo ha fatto con una prestazione più caratteriale che estetica. I nerazzurri hanno giocato partite migliori, ma raramente così “fameliche”. Il volto della squadra è quello del suo allenatore, mediaticamente maltrattato nei giorni post-Firenze e però capace di rispondere con i fatti: in campo e pure fuori. Quattro anni fa non avrebbe avuto quella capacità di gestire i giorni del trambusto, ora sì. Dimostrazione di grandezza (la sua) e di piccolezza (quella di chi ad ogni minimo inciampo gli rompe la fava).


4) In casa nerazzurra sono stati giorni delle questioni di campo, ma pure extra campo. Si è parlato tanto del fallimento di alcuni rami dell’azienda Suning, ex proprietaria del club, segno che effettivamente un cambio al vertice era diventato indispensabile. Chi come il sottoscritto pensava “sarebbe bello andare avanti con la famiglia Zhang” si sbagliava ed è giusto che faccia ammenda. Queste faccende contabili ci riportano anche a due argomenti messi sul piatto da Report, celebre trasmissione d’inchiesta che recentemente ha fatto molto discutere. Si è parlato della questione “rapporti con gli ultras” e in tal senso bisogna semplicemente aspettare che la procura sportiva faccia il suo corso. Potrebbero arrivare delle squalifiche ai soggetti interessati? Non è escluso, del resto in caso di fatti accertati non potrebbe andare altrimenti. Quanto ai problemi di carattere economico sappiamo che il club ha una pendenza multimilionaria (415 milioni) legata a un bond con scadenza 2027, il resto è “guerra aperta” tra massimi esperti di economia con visioni non sempre corrispondenti (eufemismo) che vanno da “all’orizzonte c’è l’apocalisse nerazzurra” a “tutte cazzate”.

5) Altro giro altra ammenda. E parliamo di Milan. Il qui presente ha sempre schifato il mercato di gennaio, patetico tentativo dei più di sistemare gli obbrobri estivi. Ecco, i rossoneri azzerano questo preconcetto. Gli interventi dei dirigenti rossoneri sono stati tanti, interessanti, nemmeno troppo dispendiosi e in qualche modo hanno cambiato, di fatto, le prospettive rispetto alla stagione della squadra. Il Milan disequilibrato e poco graffiante della prima fase ha lasciato spazio a una squadra che certamente deve ancora trovare il suo miglior assetto ma che, ora, ha il potenziale per fare davvero ottime cose.

6) E la Juve. Devo essere sincero: costretto alla sala stampa dell’Ariston non ho visto manco mezzo minuto di partita. Ma ho visto che è arrivata una vittoria. E in Champions una vittoria non è mai scontata.

7) In ordine sparso: Achille Lauro, Olly, Giorgia, Cristicchi e forse Elodie. Il podio salterà fuori tra queste, suvvia. I Coma_Cose, invece, li avete già imparati a memoria. Mica male.