
Cataldi, l'allenatore in campo che inizia a meritarsi il riscatto
Quando è arrivato a Firenze forse non tutti pensavano che potesse rivelarsi così utile per la squadra, un vero equilibratore del centrocampo. Stiamo parlando di Danilo Cataldi che probabilmente può anche essere definito un leader silenzioso, uno di quei giocatori che per esperienza e personalità in campo si fanno sentire anche senza per forza dover andare sopra le righe. Se ne parla poco nonostante la sua importanza sia sempre più evidente. Da non dimenticare peraltro che è stato capitano nella Lazio di Sarri. Proprio il tecnico ex Empoli e Napoli in tempi passati diceva dell'attuale centrocampista viola che forse a Roma non veniva elogiato a dovere: "E' molto meno considerato di quanto meriterebbe perché è romano e cresciuto qua. Se la Lazio l'avesse pagato 20 milioni ci sarebbe stata un'altra considerazione immediata. E' dinamico e in fase difensiva importante".
Allenatore in campo - Cataldi in effetti oggi può anche quasi essere definito l'allenatore in campo: per le sue doti da regista, da organizzatore di gioco ma anche perché forse più di altri sa interpretare e tradurre sul rettangolo verde il pensiero di Palladino. I due sono stati compagni di squadra nel Genoa, si sono sempre stimati e c'è certamente un grande feeling calcistico. Nella prima parte della stagione Cataldi è stato subito il punto di riferimento del centrocampo, quel giocatore capace di costruire ma anche di fare filtro. E se è vero che nella prima parte stato anche capace di realizzare tre reti (stabilendo il suo record di gol in campionato), nei mesi di gennaio e febbraio ha risentito di alcuni guai fisici coincisi con il momento delicato della squadra (vedi in particolare il ko con il Monza). Nel periodo in cui è tornato in forma in concomitanza con l'aumentata qualità della squadra e con l'ulteriore chiave di volta rappresentata dal 3-5-2 è tornato a riprendersi le chiavi della squadra.
Il futuro - E' lui che fa girare la squadra consentendo a Fagioli di epsrimersi sempre di più con il suo talento e le sue giocate raffinante ma anche a Mandragora di spingersi un po' più in avanti perché è poi lui, lo stesso Cataldi a coprirgli le spalle. Tiene uniti i reparti, taglia e cuce con la sua intelligenza tattica. Fa un gioco a volte oscuro ma assai prezioso. Insomma è uno di quei giocatori che seppur oltre i trent'anni può rappresentare un punto fermo del gruppo anche per l'immediato futuro. Per riscattarlo dalla Lazio servono quattro milioni. Per quanto ha fatto e sta facnedo si sta meritando di essere acquistato dai viola a titolo definitivo.







