Osimhen via solo per 150 milioni. E se il Napoli pensasse a Vlahovic per sostituirlo? Sartori un diesse speciale. Le due facce di Milano: Inzaghi deve conquistarsi la conferma, Ibra l’arma in più rossonera
Nessuno può sapere qualche sarà il futuro di Victor Osimhen. Ma una cosa è certa: chi vorrà portarlo via dal Napoli dovrà presentarsi con un assegno da 150 milioni. Roba grandi ricchi. Che non esistono in Italia ma che ci sono nel mondo. Osimhen è un fenomeno. E ha caratteristiche atletiche e tecniche che lo rendono adatto a qualsiasi campionato Premier compresa. Dove di ricchi veri ce ne sono diversi. Immagino che un direttore fenomeno come Giuntoli abbia già in mente le possibili alternative a questo fuoriclasse. Anticipare i tempi è una delle sue qualità migliori. Negli ultimi anni il Napoli di De Laurentiis (che meriterebbe qualche elogio in più…) ha avuto il merito di individuare grandi centravanti, di sfruttarli per un periodo, di venderli a peso d’oro e di sostituirli con bomber altrettanto bravi. E’ partito da Cavani, è andato avanti con El Pipita Higuain, ha inventato Mertens superbomber e infine ha pescato Osimhen. Chi potrebbe essere l’erede di Victor? Un nome in testa ce l’avrei. Non è una notizia ma un pensiero. Mi riferisco a un centravanti che piace a Spalletti e che non avrebbe problemi di inserimento nei meccanismi del Napoli e nel calcio italiano. Mi riferisco a Dusan Vlahovic che potrebbe diventare un lusso per una Juve fuori dalla Champions. Vedremo. Giuntoli non ha bisogno di consigli.
A proposito di direttore sportivi che fanno la differenza penso he sia giusto dedicare qualche riga a Giovani Sartori. Di lui si parla sempre poco perché sfugge come la peste le luci della ribalta. Appartiene ala vecchia generazione di direttori che chiedevano, anzi pretendevano di restare nell’ombra. Ma per lui parla il suo lavoro. E’ stato sicuramente uno degli artefici della nuova Atalanta quella che ora viaggia stabilmente in Europa con numeri spesso da Champions. E che in pochi mesi ha cambiato anima, allenatore e qualche giocatore al Bologna. Portandolo, dopo una vita, vicino alla zona Europa. Soprattutto dando la chiara sensazione di aver cominciato a porre pietre importanti per aprire un ciclo di un tono diverso anche nel pianeta rossoblù. I Sartori, come i Giuntoli sono merce rara. Perché non aprono una scuola per insegnare il mestiere a giovani che ne hanno voglia. Solo così i procuratori perderebbero un po’ della loro forza.
Infine le due facce di Milano. L’Inter perde e Simone Inzaghi torna subito in discussione. La verità è che il mondo nerazzurro viaggia su un filo sottile. Se la squadra nerazzurra non va in Champions neppure un mago come Marotta può fare miracoli. Il progetto Inter avrebbe un brusco stop. Inzaghi se è veramente un top allenatore deve saper convivere con questa continua tensione e portare i nerazzurri tra i primi quattro. Il Milan natte l’Atalanta, aggancia l’Inter in classifica e ritrova Ibra. Zlatan non sposta più gli equilibri come in passato ma può regalare autostima al gruppo rossonero al quale manca da morire la sua sfacciataggine.