La Juventus ritorna per rimanere e non è spacciata con il Milan, l’Atalanta con la mentalità e il futuro è aperto. Perché per l’Inter è già decisiva. Ma la Champions può essere un impiccio per il Milan?
Erano già suonate le campane a morto, ed era francamente incomprensibile. La Juventus aveva giocato a nulla a Napoli, e certo il gioco si vede quanto sia inesistente. Ma la rosa della Juve è l’unica che si può permettere il doppio titolare in 10 posizioni su 11, e dunque certi giudizi definitivi sul campionato dei bianconeri erano obiettivamente senza senso, anche perché oggettivamente i ritardi dei sudamericani juventini sono stati ben più pesanti che per qualsiasi altra squadra. A Malmoe la Juve di Allegri è stata più allegriana che mai. Al 22’ avrebbe potuto andare sotto varie volte; al 23’ era 0-1; a fine Primo Tempo, 0-3. Partita condotta comunque bene, di quelle che danno calma e fiducia. Come detto il gioco deve essere costruito, ma c’è tempo procedendo per gradi. Contro il Milan sarà però già fondamentale, perché come puoi pensare di fermarti ancora - e magari piombare a -11 dal Milan. Eppure non è minimamente spacciata: avrà un giorno in più di riposo, la trasferta del Milan è ben più impegnativa, i titolari ci sono tutti, e anzi Pioli non avrà un Ibrahimovic al meglio, e si è visto contro la Lazio come nonostante 60 minuti di dominio si fosse comunque solo 1-0.
La Juve necessita prima di tutto di mentalità, quella che brillantemente ha messo in luce l’Atalanta: perché a Vila-Real è difficilssimo giocare contro i campioni dell’Europa League, e lo è ancora di più psicologicamente se devi recuperare all’ultimo una rimonta 2-1. Questa mentalità frutto dell’ultimo triennio apre autostrade: perché il Manchester United a Berna ha dimostrato tutti i suoi limiti, e dunque nessun traguardo di gruppo è precluso.
Come non può certo esserlo per l’Inter, nonostante abbia di fronte il Real Madrid. Ma il debutto è già decisivo: perché l’Inter provenendo dalla fascia 1 ha l’obbligo di provarci per il primo posto, senza badare a quanto sfigato sia stato il sorteggio. E se ha questo dovere di provarci, allora vincere contro il Real Madrid diventa quasi obbligatorio, sicuramente lo è pareggiare. Perché poi risulta difficile pensare a un nuovo Bernabeu violato. Ed è vero che l’anno scorso nel loro gruppo a 90 minuti dalla fine tutto fosse possibile, ma è anche vero che non c’è miglior salumiere con la coppa di quanto non lo sia Ancelotti. Deve subito correre l’Inter, come nessun altro.
Sicuramente non come il Milan. Che ha il gruppo già invalicabile, che comincia sull’inviolabile Anfield, a cui non si possono chiedere miracoli, anzi tutto quello che può venire di buono da questa Champions per il Milan è un regalo o quasi.
Ma si sa che i rossoneri ci tengono particolarmente. Però, considerando quanto visto in 3 giornate, e considerati i problemi sparsi che ognuna delle grandi d’Italia si porta appresso, siamo sicuri che questa Champions non sia d’impiccio?
Gruppo impossibile, partite che ti sfiancano con l’alto rischio di lasciarti insoddisfatto: al Milan che invece si sta proponendo come mai recentemente come candidato principale e credibile per lo scudetto, perdere tempo e energie in questi impegni sapendo che comunque non vincerà la Champions, può essere infine una operazione di sottrazione pericolosa. Meglio godersi le partite senza troppe pressioni e pensare che non è quello l’obiettivo, anche perché essere sicuri sul tempo totale a disposizione di Ibra è un esercizio ancora più difficile.