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Germania, Jonathan Tah sul razzismo: "Certe cose che dicono fanno male"

Germania, Jonathan Tah sul razzismo: "Certe cose che dicono fanno male"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 17:26Calcio estero
di Daniele Najjar

Oggi, 21 marzo, è Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale, proclamata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1966. Il difensore del Bayer Leverkusen e della Nazionale tedesca, Jonathan Tah, ha rilasciato una intervista a Sky Sport in Germania nella quale ha dato la sua opinione sulla questione: Tah è nato e cresciuto ad Amburgo, da padre ivoriano e madre tedesca.

Il centrale spiega di non aver mai assistito ad episodi diretti di razzismo all'interno di uno spogliatoio: "No, almeno non in modo deliberatamente discriminatorio nei confronti di qualcuno" - spiega - ". Ma a volte la gente parla di razzismo quotidiano ed è per questo che dovremmo scambiarci idee di continuo". Poi ricorda: "Sicuramente c'è stata una situazione in cui all'inizio potevo essermi sentito attaccato. Ma ho tirato fuori l'argomento chiedendo al diretto interessato: cosa intendevi esattamente? Situazioni del genere si possono risolvere relativamente in fretta".

Esiste però una forma di razzismo latente in cui le persone buttano lì espressioni che magari trovano divertenti: "Questo sfortunatamente accade molto, molto spesso" - afferma rammaricato - ". Questa è fondamentalmente la norma. Come reagisco in questi casi? Se qualcuno mi dice qualcosa del tipo "Non sei affatto tedesco", gli faccio una domanda provocatoria: Ok, cosa sono se non sono tedesco? Al che mi sento rispondere a cose come "Tuo padre viene da qui e da lì".

C'è poi un paradosso, legato a quando si reca nel Paese di origine del padre: "Quando sono in Costa d'Avorio, non sono considerato per niente ivoriano, perché parlo fluentemente il tedesco. Sono cresciuto con questa cultura: mia madre è tedesca, quindi anch'io sono tedesco. Mi definisco tedesco. E quando qualcuno ti dice: "Non sei ciò in cui ti identifichi", ti fa male, ti fa male".

E la questione del razzismo diventa anche un metro di giudizio per scegliere i propri passi della carriera, come conferma Tah: "Se terrei conto di episodi di razzismo nello scegliere una squadra? Sicuramente ne terrei conto nella mia decisione. Ma cerco sempre di distinguere le cose. Il problema del razzismo è uno stereotipo estremo e io non voglio affatto che ci siano questi stereotipi. Può darsi che il club non sia affatto orientato a questo. Magari a volte ci sono dieci persone che sono così e magari a queste persone viene costantemente chiesto di non farlo, eppure continuano a non comportarsi in quel modo".

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