TuttoBari - Manzin: "Col Bari secondi a dicembre, poi due infortuni e le difficoltà. Oggi c'è poca tecnica e m'infastidisce il Tiki Taka'
Nel proseguo della nostra intervista a Livio Manzin, trovano spazio diversi argomenti. Tra questi, tanti ricordi sulla sua esperienza in biancorosso: "Bari è stata importante perché arrivavo dopo 3 anni di C e quindi fu un salto di qualità importante in una piazza all'epoca tra le più ambite. Nei miei due anni, mi son trovato bene. Soprattutto il primo anno, al di là della stagione tribolata, con tre cambi di allenatore. Personalmente feci bene, 6 gol segnati anche se molti su rigore, che bisogna però saper segnare. Il secondo anno invece ebbi qualche problemino fisico, feci solo una ventina di presenze. La squadra aveva raggiunto un suo assetto ed il centrocampo in cui avrei dovuto giocare aveva comunque Bagnato, Bacchin, Tavarilli, La Torre, quindi gente forte. Peccato perché avremmo potuto fare bene, ma gli infortuni di Libera e Gaudino ci tolsero tanto in attacco. Ricordo che alla sosta di Natale eravamo secondi, ma il ritorno fu molto più difficile".
Molto interessante il parallelismo tra il calcio di oggi e quello della sua epoca: "Giocavo contro squadre importanti e fior fior di giocatori che facevano la differenza nelle loro categorie. A centrocampo c'era chi tecnicamente e tatticamente era molto dotato. Ricordo Frustalupi a Pistoia, a Taranto Gori, a Foggia Nevio Scala. Difficile ricordarsi qualcun'altro in particolare, ma il livello era molto alto. Oggi è cambiata la preparazione e il modo di giocare. Vedo tanta velocità ma noi avevamo più tecnica. Un pallone te lo sapevano stoppare. Oggi vedi più atleti che calciatori, gente che non sa fare un cross, roba da spavento. Poi mi dà fastidio il Tiki taka, il pallone che rotola sempre nella stessa zona. Ai miei tempi l'importante era verticalizzare, andare subito alla conclusione. Tanti dicono che giocavamo più lenti, ma non è vero perché con noi la palla girava e anche parecchio".