
Ascoli, frenata nel ritorno: servono punti e orgoglio per evitare i playout
L’Ascoli si avvicina alla volata finale con più dubbi che certezze. A tre giornate dal termine, i bianconeri sono fermi a 39 punti, ma la fotografia del loro cammino racconta due stagioni in una. Nella prima metà del campionato, la squadra aveva raccolto 24 punti, tenendo un passo tranquillo e lineare. Ma il girone di ritorno ha segnato un brusco rallentamento: appena 15 punti in 16 partite.
Dopo la pausa invernale, il Picchio ha vinto soltanto tre volte, battendo Pescara, Carpi e Arezzo. A questi risultati si aggiungono sei pareggi e ben sette sconfitte, con un bilancio negativo anche sul piano delle reti: 12 gol segnati, 20 subiti. Numeri che hanno complicato la corsa salvezza e riacceso i timori di dover passare per i playout.
Il rendimento altalenante ha portato anche a scossoni in panchina. Fabio Caserta è stato il primo a pagare, seguito dall’avvento di mister Cudini, che in sette gare ha ottenuto sei punti grazie a due vittorie, ma senza riuscire a invertire la rotta. Dopo cinque sconfitte nello stesso lasso di tempo, la dirigenza ha richiamato Domenico Di Carlo, che ha cercato di dare stabilità al gruppo nelle ultime quattro giornate.
Con Di Carlo in panchina, l’Ascoli ha raccolto sei punti, frutto di una vittoria e tre pareggi. Un passo avanti sul piano della tenuta mentale e della solidità, ma ancora non sufficiente per garantire la tranquillità. Ora restano tre partite da giocare e la necessità di tornare a vincere. Il margine è sottile, ma la salvezza è ancora nelle mani del Picchio.







