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Lutto nel giornalismo: addio a Fabio Postiglione

Lutto nel giornalismo: addio a Fabio Postiglione
ieri alle 16:40Altre Notizie
di Redazione TMW
CORDOGLIO DI TMW PER LA SCOMPARSA DI FABIO POSTIGLIONE, GIORNALISTA DALLA SCHIENA DRITTA

Difficile indicare lo scoop che gli aveva regalato più notorietà. Forse le foto dei ras degli Scissionisti a Barcellona in compagnia di Josè Mourinho, usate dagli imputati in un processo per provare a scagionarsi da un omicidio. Forse il racconto, terribile e straziante, del suicidio di un bambino di 11 anni perché ingoiato dai fantasmi …(Ilfattoquotidiano.it)

«È successa una cosa terribile, è morto il nostro Fabio Postiglione. Ha avuto un incidente».
Una frase, al risveglio. Poche parole in una messaggio del caporedattore. E la sensazione di un abisso.
L’avevamo salutato ieri sera, dopo la chiusura delle pagine e aver fatto il punto sulla riunione per impostare il lavoro dell’indomani. Pensieri, spunti, idee. Come sempre.
Erano circa le 22.30, Fabio ha spento il computer, si è intabarrato, ha preso il casco e ha alzato la mano: «Ragazzi, a domani».
Scooter e via, verso Cernusco sul Naviglio, dove abitava con sua moglie Valentina Trifiletti, una collega di Mediaset.
L'incidente lungo la strada: Tangenziale Est, all’altezza dello svincolo per Cologno nord. Su quanto avvenuto, sull'esatta dinamica, sono in corso ancora accertamenti. A quanto risulta, un van l’avrebbe urtato, facendogli perdere il controllo della moto. Fabio è caduto ed è scivolato sull'asfalto fino alla cuspide del guard rail. Sul posto è arrivata un’ambulanza in codice rosso, sono intervenuti i Vigili del fuoco, ma le sue condizioni sono apparse subito molto gravi. A nulla sono serviti tutti i tentativi fatti al vicino ospedale San Raffaele. Il conducente del mezzo è ora indagato per omicidio stradale, in attesa di ulteriori accertamenti; sarebbe risultato negativo all'alcol test

Il ricordo di Armando Di Landro:
Cercavo le parole, me le ha suggerite mia figlia: mi ha chiesto se adesso sei un angelo. I bambini a volte sanno farti piangere e ridere insieme, in un secondo.
Eri contagioso, @ Fabio Postiglione. Veniva naturale cercarti, essere contenti di trovarti in redazione, di incrociarti per caso, aspettare quel che avevi da dire, che si trattasse di lavoro o qualsiasi altra cosa. Da quando sei entrato alle Cronache del Corriere della Sera, un anno e due mesi fa, credo avessimo tutti l'impressione, spesso taciuta, che fosse arrivato il migliore. Cronista vero, nell'anima. Sentirti parlare di Napoli, che tanto ti aveva dato e tanto ti aveva fatto soffrire, del lavoro nella tua città, oppure del Napoli, era una delle cose più belle che potessero capitare.
I tuoi racconti, sempre con gli occhi che brillavano. Della guerra del 2004 e dei camorristi che arrivavano direttamente in redazione, al Roma, a minacciare, oppure andavano in edicola a ritirare le copie; dei tuoi colleghi che nel giorno del tuo matrimonio con Valentina si presentarono al ricevimento con i computer, per fare il giornale tra un bicchiere e l'altro. Di te che non eri parente del vicedirettore Venanzio Postiglione, e quando qualcuno per sbaglio ti chiamava al telefono cercando lui, rispondevi "vabbè, si vede che volevi parlare con quello importante". Poi la tua curva, la geografia ultrà e gli ultrà visti da vicino, da dentro, le trasferte, i tatuaggi fino ai polsi, i due gatti che non potevano che chiamarsi Ciro ("Come Ciro Esposito, che era fratello mio..") e Gennarina: li avevo conosciuti solo un mese dopo il tuo arrivo in redazione perché ci tenevi che venissimo a casa vostra a mangiare la pasta provola e patate, "Valentina ha imparato bene a farla anche se è siciliana".
Napoletanità tanta, tantissima, unita a una persona limpida e felice di provare emozioni, anche su quella Yamaha che tanto avevi voluto. Un buono, mai docile, mai banale. Mi era sembrato così facile e veloce iniziare a pensarti come un amico, più che un collega. Entrare al giornale non sarà più la stessa cosa.

La Napoli Bene (pagina facebook)
Se ne va così, #FabioPostiglione, in una notte nella fredda Milano, investito da un Suv mentre era sul suo Scooter sulla A51, lontano da Napoli e dal Napoli, e non ci posso credere.
Fatico a trattenere le lacrime, cercando un minimo di razionalità per provare a dirgli addio a modo mio.
Perché inutile soffermarsi sull’uomo e sul giornalista.
44 anni, Fabio, lo scrivo e mi fa ancora più male.
Ed allora per chi non lo conoscesse ecco Fabio nei giorni dello Scudetto.
“A Napoli che ostinatamente non ha smesso mai di crederci.
A noi che non abbiamo mai smesso di seguirti.
Ai miei compagni di curva e di vita, Paolo con la sua grinta, Gennaro con la sua ostinazione, Francesco per le capacità di fare gruppo attorno ad un tavolo.
Vincenzo e Bruno, sperando che ce ne siano ancora tanti e tanti altri per voi, a Luigi che con coraggio vive a Roma e macina chilometri più di tutti.
A Peppe che ci ha lasciati a piangere senza di lui.
A me che sono l’uomo più felice del mondo.
Napoli Campione”
Questo è il tuo testamento, Fabio.
Non doveva esserlo ma in qualche modo lo è diventato.
Da oggi sarà anche per te, ogni coro, ogni gol, ogni minuto passato allo stadio.
Fai buon viaggio Fabio.
McBlu76

Vincenzo Sbrizzi:
La prima volta che ho messo piede al Roma - Il Giornale di Napoli, il direttore Sasso mi disse: “Da domani fai la giudiziaria a Torre”. Avevo 23 anni e non sapevo dove sbattere la testa. Tu mi prendesti da parte, ti presentasti e mi portasti alla tua scrivania. Apristi un cassetto e tirasti fuori la tua rubrica. “Segnati i numeri di tutti gli avvocati”. Questo era Fabio Postiglione, un giornalista eccezionale capace di regalare il suo “tesoro”, raccolto in anni di lavoro, a un giovane collega appena conosciuto. Fabiolì ti porterò nel cuore insieme ai tanti ricordi fatti della carta delle ordinanze e dei sorrisi che abbiamo condiviso. Sei stato una delle cose più belle di questo mestiere.

Ignazio La Russa:
Ho appreso con profondo dispiacere del tragico incidente stradale che ha portato alla scomparsa del giornalista Fabio Postiglione, già cronista de Il Roma e del Corriere del Mezzogiorno e ora del Corriere della Sera. Cronista di razza, entusiasta e coraggioso: così lo ricordano oggi i suoi colleghi.
Nella redazione di via Solferino, dove aveva trovato tanti amici e aveva saputo farsi apprezzare per la sua professionalità, Postiglione aveva scritto più volte di Camorra e lotta tra i clan. Temi per i quali era finito sotto scorta. Alla redazione del Corriere della Sera, alla moglie Valentina, ai suoi familiari e ai tanti amici di Fabio vanno le sentite condoglianze mie personali e del Senato della Repubblica.

Luciana Esposito:
Nel 2016 io e Fabio Postiglione abbiamo condiviso notti insonni e la paura che deriva dalla consapevolezza di essere finiti nel mirino di gente che risolve i problemi servendosi delle cattive maniere. Abbiamo riso dei nostri guai e ci siamo scambiati lunghi messaggi che ci eravamo promessi che avremo riletto ridendo, un giorno. Purtroppo quel momento non arriverà mai, perché Fabio stanotte è morto in un incidente in moto a Milano, la città dove aveva consacrato il suo sogno entrando a far parte della redazione del "Corriere della sera". Aveva appena 44 anni e ancora tantissimi articoli da scrivere. Fabio è stato e sarà sempre uno dei migliori cronisti partiti da Napoli e capaci di conquistare un posto autorevole nel panorama giornalistico italiano. La stampa, non solo napoletana, perde un diamante raro.
La vita è stata ingiusta con lui, troppo.

Elvira Serra:
Nel cassetto della scrivania teneva cioccolati e caramelle, le preferite di ognuno. Ma non era che la più piccola delle attenzioni che riservava a tutti: a noi che lavoravamo nella stessa redazione, ai colleghi degli altri settori, ai tipografi, ai ragazzi della mensa, ai custodi.
Se rientrava da Napoli, la sua città, non c’era volta che non portasse le sfogliatelle o un’altra prelibatezza. E se andava in Sicilia, la terra di sua moglie Valentina, al ritorno ci coccolava con formaggio e salsicce prodotti dal suocero.
Era divertente, alleggeriva l’atmosfera con battute e scherzi, riusciva a superare qualsiasi malumore.
Ma Fabio Postiglione era anzitutto un cronista di razza, umile, con il fuoco sacro per questo mestiere, l’etica come stella polare e il desiderio invincibile di migliorarsi sempre.
Siamo stati fortunati ad averlo con noi almeno per un po’.
Troppo poco, però.

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