Biasin sulla squalifica di Bentancur: "Si rischia di banalizzare il Razzismo"
Assurdo Bentancur
Il capitolo più grottesco della settimana è la squalifica di Rodrigo Bentancur per un episodio di “razzismo”. Sì, tra virgolette. Il centrocampista uruguaiano è stato punito per una frase sciocca. La stessa, in un calcio divorato dai tribunali mediatici e moralismi d’occasione, si è trasformata in peccato mortale.
Il razzismo è una cosa seria, combatterlo con punizioni che sfiorano il grottesco è un insulto alla serietà. Si rischia di trasformare tutto in una farsa, di banalizzare un problema reale con decisioni che hanno il sapore del teatrino. Siamo finiti a combattere un problema enorme con azioni che ne svuotano il significato e questo non è solo controproducente, è tristemente ridicolo.
Ma cosa è successo e perché Bentancur è stato squalificato:
Una battuta fatta durante un’intervista costa cara a Rodrigo Bentancur, centrocampista del Tottenham con un passato in Italia con la maglia della Juventus. L’uruguaiano è stato infatti squalificato sette giornate dalla Federcalcio inglese per razzismo nei confronti del compagno di squadra sudcoreano Son Heung-min. Il ventisettenne è stato inoltre condannato a pagare una multa di 100 mila sterline (circa120 mila euro).
L’episodio risale a giugno. Intervistato da un’emittente uruguaiana, Bentancur scherzò così sul compagno di squadra: "Sonny? Potrebbe essere anche suo cugino, visto che sembrano tutti uguali". Apriti cielo. Secondo la Federcalcio inglese, il mediano degli Spurs “ha violato la regola E3.1 della FA agendo in modo inappropriato e/o usando parole offensive e/o offensive e/o screditando il gioco”. E ancora: “Si sostiene inoltre che ciò costituisca un ‘reato aggravato’ come definito nella regola FA E3.2, poiché includeva un riferimento, espresso o implicito, alla nazionalità e/o alla razza. e/o origine etnica”.
La maxi-squalifica è arrivata nonostante le scuse pubbliche, senza dimenticare che Son non ha mai speso parole di risentimento nei confronti del compagno di squadra, a testimonianza dell’anima ironica di quella frase. Ma i giudici sono stati inflessibili, probabilmente colpiti da una ventata di politicamente corretto. Ora il tecnico del Tottenham, il greco Ange Postecoglou, dovrà fare a meno del suo metodista fino al 26 dicembre: non sarà a disposizione per le partite di Premier League contro Manchester City, Liverpool e Chelsea e salterà i quarti di finale di Coppa di Lega degli Spurs contro il Manchester United. Discorso diverso per l’Europa League, dove potrà essere utilizzato.