
Bruno Pizzul, voce di trent'anni di calcio italiano. Ha raccontato grandi notti e attimi terribili
"Ed è gol!", "È tutto molto bello", "Ha il problema di girarsi". Sono solo tre delle tante frasi iconiche che ha regalato al mondo del calcio Bruno Pizzul, scomparso nelle scorse ore all'età di 86 anni e pianto adesso da tutta l'Italia dello sport, compatta.
Una carriera, quella del Bruno Pizzul commentatore delle partite in presa diretta, durata oltre trent'anni ai massimi livelli. Iniziata l'8 aprile del 1970 con la partita di Coppa Italia tra la Juventus e il Bologna, alla quale arriva in ritardo di un quarto d'ora a causa di un pranzo con Beppe Viola (storico ex presidente della Roma) che era andato per le lunghe, e terminata il 21 agosto del 2002 con l'amara e caldissima amichevole ad alta tensione giocata a Trieste tra la Nazionale italiana e quella della Slovenia. Tra l'altro con una sconfitta azzurra, battuta dal gol di Cimirotic nei minuti conclusivi.
Una voce indimenticabile, quella di Pizzul, che prima di legarsi per sempre ai colori azzurri della Nazionale nell'immaginario dei calciofili, ha avuto anche l'onere di dover raccontare un momento drammatico quale quello della finale di Coppa Campioni del 1985 e la tragedia dello stadio Heysel, nella quale persero la vita 39 tifosi della Juventus. Ha poi raccontato l'Italia per 16 anni, dal 1986 al 2002, esordendo con l'amaro Mondiale in cui l'Italia si presentava da campione in carica, uscendo però già agli ottavi e concludendo con la delusione cocente di quelli in Corea e Giappone, in cui riuscì persino ad addolcire la descrizione di un arbitraggio fuori dal mondo come quello dell'ecuadoriano Byron Moreno. Nel mezzo anche le Notti Magiche di Italia 90 e quel sogno spezzatosi al penultimo passo, l'ultimo nell'edizione successiva di USA '94, oltre a delusioni assortite contro la Francia tra i Mondiali del '98 ed Euro 2000, in cui gli toccò rimanere pacato anche di fronte al golden goal di Trezeguet che tagliò le gambe a un paese intero.
Gli è mancato il racconto della grande vittoria nazionalpopolare, lo stesso destino però che lo accomuna ad altri grandissimi campioni del rango di Cruyff e Roberto Baggio, quest'ultimo ottimamente raccontato da Pizzul nella sua intera carriera e non a caso tra i primi a volerlo ricordare con affetto.
Una carriera, quella del Bruno Pizzul commentatore delle partite in presa diretta, durata oltre trent'anni ai massimi livelli. Iniziata l'8 aprile del 1970 con la partita di Coppa Italia tra la Juventus e il Bologna, alla quale arriva in ritardo di un quarto d'ora a causa di un pranzo con Beppe Viola (storico ex presidente della Roma) che era andato per le lunghe, e terminata il 21 agosto del 2002 con l'amara e caldissima amichevole ad alta tensione giocata a Trieste tra la Nazionale italiana e quella della Slovenia. Tra l'altro con una sconfitta azzurra, battuta dal gol di Cimirotic nei minuti conclusivi.
Una voce indimenticabile, quella di Pizzul, che prima di legarsi per sempre ai colori azzurri della Nazionale nell'immaginario dei calciofili, ha avuto anche l'onere di dover raccontare un momento drammatico quale quello della finale di Coppa Campioni del 1985 e la tragedia dello stadio Heysel, nella quale persero la vita 39 tifosi della Juventus. Ha poi raccontato l'Italia per 16 anni, dal 1986 al 2002, esordendo con l'amaro Mondiale in cui l'Italia si presentava da campione in carica, uscendo però già agli ottavi e concludendo con la delusione cocente di quelli in Corea e Giappone, in cui riuscì persino ad addolcire la descrizione di un arbitraggio fuori dal mondo come quello dell'ecuadoriano Byron Moreno. Nel mezzo anche le Notti Magiche di Italia 90 e quel sogno spezzatosi al penultimo passo, l'ultimo nell'edizione successiva di USA '94, oltre a delusioni assortite contro la Francia tra i Mondiali del '98 ed Euro 2000, in cui gli toccò rimanere pacato anche di fronte al golden goal di Trezeguet che tagliò le gambe a un paese intero.
Gli è mancato il racconto della grande vittoria nazionalpopolare, lo stesso destino però che lo accomuna ad altri grandissimi campioni del rango di Cruyff e Roberto Baggio, quest'ultimo ottimamente raccontato da Pizzul nella sua intera carriera e non a caso tra i primi a volerlo ricordare con affetto.
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