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Mandi Bruno, il ricordo di Lorenzo Petiziol: "Un maestro per me, non ha mai fatto pesare di essere Pizzul"
ieri alle 10:54Primo Piano
di Alessandro Vescini
per Tuttoudinese.it

Mandi Bruno, il ricordo di Lorenzo Petiziol: "Un maestro per me, non ha mai fatto pesare di essere Pizzul"

Bruno Pizzul ci ha lasciati a 86 anni. Un dolore immenso al quale ci stringiamo assieme ai suoi cari per un uomo che ha fatto la storia del calcio italiano portando il Friuli su scala internazionale. Quante le avventure in giro per l'Europa, molte delle quali con Lorenzo Petiziol, suo amico e volto di TuttoUdinese.it. Chi meglio di lui, quindi, poteva ricordare un giornalista ma soprattutto una persona stimata e amata da tutti noi. 

Lorenzo, chi è stato per te Bruno?

"Per me è stato un maestro, una persona che va al di là dell'uomo. Gentile, squisito, eclettico e coltissimo. Aveva una conoscenza profonda del calcio che però non faceva pesare. È sempre stato molto modesto. Girava sempre con sua moglie Maria, anche perché lui l'ha patente non l'ha mai voluta prendere".

Un amico con il quale hai condiviso anche tante esperienze professionali:

"Abbiamo condiviso tantissime esperienze professionali, anche a Milano quando io ero a Sky e lui in Rai. Abitavamo tra l'altro a 50 metri di distanza lì della zona dell'Arco della Pace e ci vedevamo spesso. Ogni tanto si cimentava a fare il suo commento in friulano ed era una cosa spassosissima". 

L'aneddoto che ricordi con più piacere?

"Mi ricordo quando eravamo a Budapest assieme con la Nazionale e ricevette una telefonata dal padre che gli chiese dove fosse e che partita dovesse commentare. Bruno rispose: 'Austria-Ungheria'. E il papà proseguì: 'Contro chi?'. Fu un momento divertente con Bruno, il tutto poi si svolse parlando in friulano quindi ha un ricordo ancora più speciale. Aveva un unico rammarico, che una volta mi ha confessato vagamente, che è quello di non aver mai commentato la vittoria della Nazionale a un Mondiale. Ci è andato vicino". 

Immagino non sia l'unico...

"No anzi, abbiamo condiviso tanto e potrei andare avanti per ore. Una volta eravamo in Slovenia con Pasqualin per la partita contro l'Italia, in un bar abbiamo bevuto qualche bicchiere di troppo e io mi preoccupai di come sarebbe venuta poi la telecronaca della partita. Chiamai mia moglie e gli dissi di ascoltare e mi disse che fu perfetto. Ma io me lo ricordo, non era sobrio (ride ndr.)". 

Qual è l'insegnamento più bello che ti ha dato?

"L'insegnamento più bello che mi ha dato è quello di essere essenziale nelle telecronache. Gli feci ascoltare il mio commento di Leverkusen-Udinese e lui mi disse che non serviva essere logorroico perché le immagini parlano da sole, prima della voce. Però quella me la perdonò, perché era una gara storica ed era la nostra Udinese (ride ndr.)". 

È stato anche un ospite fisso anche delle nostre trasmissioni negli anni:

"Lo portai in trasmissione da noi. Era disponibilissimo, veniva quasi sempre anche se non aveva dimestichezza con i computer e per fortuna che c'era la moglie che gli preparava tutto. Non ha mai fatto capire che era 'Pizzul' ma si è sempre calato nella parte di un tifoso dell'Udinese che capiva di calcio".