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Torino, ecco il bomber di scorta: Adams conquista tutti, ora punta la titolarità fissa
Quattro gol e due assist nelle prime otto apparizioni, l’impatto di Ché Adams sul Toro è stato devastante. E la media si fa ancora più interessante se si considerano i minuti giocati: sono 470 in totale, che fanno meno di un'ora in campo nei gettoni collezionati. Di conseguenza, significa che lo scozzese è davvero decisivo, anche se non è ancora un titolare fisso e inamovibile. E questo impreziosisce ulteriormente i suoi numeri, considerando anche lo scetticismo generale che lo aveva accolto sotto la Mole.
Per un calciatore svincolato e preso a costo zero si storce sempre un po’ il naso, a maggior ragione se arriva da un campionato di secondo livello (la Championship, quella che è la serie B inglese) e con 48 gol in in 191 presenze con il Southampton. Eppure, il classe 1996 ci ha impiegato pochissimo a conquistare i tifosi del Toro, che nel giro di otto giorni hanno esultato tre volte per le sue reti: quella del tris a Verona, decisiva per espugnare il Bentegodi e prendersi la vetta della classifica; quella contro l’Empoli, prima però della beffa al 90' che è costata l’uscita dalla coppa Italia; e ancora contro la Lazio, anche se la rimonta non è andata a buon fine. E, oltre alle qualità che ha dimostrato di avere, il popolo granata è stato anche “rapito” dalla sua storia.
Mamma scozzese e papà di Antigua e Barbuda, ecco da dove arriva il suo nome così particolare. "È vero, mi hanno chiamato Ché proprio in onore di Guevara - ha svelato qualche anno fa lo stesso Adams - e poi perché piaceva a mia madre". Nato a Leicester ma naturalizzato scozzese, l’inizio di carriera è tra i dilettanti di Highfield Rangers, Oadby Town e Ikeston, prima della chiamata dello Sheffield quando era appena maggiorenne. Le due stagioni da 15 gol gli permettono di fare il salto in Championship al Birmingham, poi nel 2019 comincia a diventare una bandiera del Southampton. Quattro anni in Premier, nel 2023 arriva la retrocessione ma Adams resta ancora nei Saints fino ad arrivare a fine contratto e ai giorni nostri, con la chiamata del presidente Cairo e del direttore Vagnati a metà luglio. Ora è sotto la Mole ed è partito forte, l’intesa con capitan Zapata sembra migliorare di partita in partita. L’ingaggio da circa due milioni di euro è da top, l’impatto pure: ora c’è bisogno di proseguire. Il prossimo passo sarà quello di diventare un titolare fisso, il Toro non può rinunciare ad Adams.
Per un calciatore svincolato e preso a costo zero si storce sempre un po’ il naso, a maggior ragione se arriva da un campionato di secondo livello (la Championship, quella che è la serie B inglese) e con 48 gol in in 191 presenze con il Southampton. Eppure, il classe 1996 ci ha impiegato pochissimo a conquistare i tifosi del Toro, che nel giro di otto giorni hanno esultato tre volte per le sue reti: quella del tris a Verona, decisiva per espugnare il Bentegodi e prendersi la vetta della classifica; quella contro l’Empoli, prima però della beffa al 90' che è costata l’uscita dalla coppa Italia; e ancora contro la Lazio, anche se la rimonta non è andata a buon fine. E, oltre alle qualità che ha dimostrato di avere, il popolo granata è stato anche “rapito” dalla sua storia.
Mamma scozzese e papà di Antigua e Barbuda, ecco da dove arriva il suo nome così particolare. "È vero, mi hanno chiamato Ché proprio in onore di Guevara - ha svelato qualche anno fa lo stesso Adams - e poi perché piaceva a mia madre". Nato a Leicester ma naturalizzato scozzese, l’inizio di carriera è tra i dilettanti di Highfield Rangers, Oadby Town e Ikeston, prima della chiamata dello Sheffield quando era appena maggiorenne. Le due stagioni da 15 gol gli permettono di fare il salto in Championship al Birmingham, poi nel 2019 comincia a diventare una bandiera del Southampton. Quattro anni in Premier, nel 2023 arriva la retrocessione ma Adams resta ancora nei Saints fino ad arrivare a fine contratto e ai giorni nostri, con la chiamata del presidente Cairo e del direttore Vagnati a metà luglio. Ora è sotto la Mole ed è partito forte, l’intesa con capitan Zapata sembra migliorare di partita in partita. L’ingaggio da circa due milioni di euro è da top, l’impatto pure: ora c’è bisogno di proseguire. Il prossimo passo sarà quello di diventare un titolare fisso, il Toro non può rinunciare ad Adams.
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