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Più controlli e nuove regole: la Serie C alla ricerca di un futuro stabile. Un pensiero sul rinvio dei match per la morte di Papa Francesco
Oggi alle 00:00Il Punto
di Luca Bargellini
per Tuttoc.com

Più controlli e nuove regole: la Serie C alla ricerca di un futuro stabile. Un pensiero sul rinvio dei match per la morte di Papa Francesco

Alla fine di una stagione caratterizzata da ampie difficoltà economiche, ecco che arriva una novità che potrebbe segnare un cambiamento significativo per la Serie C. Il nuovo regolamento della FIGC per ottenere le Licenze Nazionali, necessarie per iscriversi al campionato 2025/2026, rappresenta un primo, importante passo verso maggiore rigore e sostenibilità.

Il fulcro della riforma è chiaro: la fideiussione richiesta per l’iscrizione raddoppia, passando da 350 mila a 700 mila euro, e viene introdotto un indice di liquidità minimo fissato a 0,8. Questi parametri più severi sono pensati per tracciare una linea netta tra chi è in grado di affrontare un campionato professionistico e chi, al contrario, rischia di affondare, trascinando con sé l’intero sistema.

Nessuno, ovviamente, può pensare che questa sia la soluzione definitiva ai tanti problemi strutturali della terza serie. Ma è, senza dubbio, un segnale forte. Una chiara presa di posizione da parte della Federazione guidata da Gabriele Gravina, che arriva dopo mesi complicati, segnati da fallimenti, penalizzazioni e incertezze continue.



È fondamentale, però, continuare su questa strada. E farlo con determinazione. Il futuro della Serie C dipende anche da controlli più rigorosi e da sanzioni che non siano solo deterrenti simbolici. Perché ormai è chiaro: qualche punto di penalizzazione è visto, da alcune società, come un fastidio tollerabile, pur di rimanere a galla in mezzo alle tempeste finanziarie.

Il problema è che ogni intervento della giustizia sportiva — per quanto legittimo e necessario — mina inevitabilmente la credibilità del campionato. E in un contesto già fragile come quello della Lega Pro, questo è un lusso che non possiamo permetterci. Perché, alla fine, sono proprio le leghe — insieme a chi ci lavora, chi ci investe e chi ci crede — a pagare il prezzo più alto.

PS - Vorrei aggiungere un pensiero sul rinvio delle partite dopo la morte di Papa Francesco. A mio parere, è una decisione sbagliata, e il motivo è piuttosto chiaro: il modo migliore per onorare la vita di una persona così appassionata di calcio, come lo era il Santo Padre, sarebbe stato quello di ricordarlo sul campo. Perché per rendere omaggio a una grande figura, non si può scegliere solo il silenzio, ma anche il ricordo gioioso, che unisce le tifoserie e i popoli.