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Renate, Foschi: "Demeriti, non sfortuna. Ora è il momento di reagire"TUTTO mercato WEB
Luciano Foschi, Renate
© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com
ieri alle 10:15Girone A
di Francesco Moscatelli
per Tuttoc.com

Renate, Foschi: "Demeriti, non sfortuna. Ora è il momento di reagire"

Ci sono partite difficili da commentare. Ma non solo le partite. Anche i trend, i periodi, le fasi di una stagione. Fasi in cui basta che inciampi e trovi 100 euro per strada e altre in cui vieni punito al minimo errore. Anzi no, come dice Foschi: vieni punito anche se non fai errori. E allora, di fronte al movimento ipnotizzante di certi loop, è anche difficile fare un'analisi per provare a ripartire. Ripartire dopo la sesta sconfitta consecutiva per un Renate fermo, inchiodato, impantanato a 34 punti dopo che il giro di boa lo indicava ad una proiezione di almeno 60 punti. Sì, ma come? Riparti dalle cose buone e sbagli perché se perdi dal 4 gennaio sei un pazzo a cercare il bicchiere mezzo pieno. Riparti dalle problematiche e ti deprimi ancora di più perché se perdi dal 4 gennaio non è per un particolare. Come fai, dunque, (apparentemente) si sbaglia. E anche le parole appaiono inutili, dettate solo dal "buon dovere" della sala stampa a fine gara.

E' un Renate che, anche a Zanica (con l'AlbinoLeffe che vince a tempo quasi scaduto con una sgommata di Zoma), errori ne ha fatti. In tema di sterilità offensiva (sempre quella...) e in tema di un gioco un po' a strappi, senza una continuità. Però sei rovesci di fila potrebbero suggerire altro: uno spogliatoio che rema "contro"? una spaccatura nel gruppo? una demotivazione incancrenita? No, a vedere il campo sembra di no. Lo suggerisce la stizza di tanti nerazzurri al fischio finale, lo suggerisce il cerchio collettivo a fine gara (con il presidente Spreafico a rincuorare i giocatori), lo suggerisce una gara giocata comunque alla pari. Anche di fronte ad un AlbinoLeffe che, zitto zitto, sta provando a volare (quarto in classifica aspettando il Trento).

Serate difficili da spiegare, eppure Luciano Foschi ci prova. Ci prova  in sala stampa con l'esperienza di chi ne ha viste tante, ci prova dividendo bene l'ambito delle prestazioni e l'ambito dei risultati. Forse quei tanti 1-0 vittoriosi (otto in questa stagione!) sono stati traditori e un po' menzogneri. Ora, dopo aver preso, si è anche dato (anche oltre i demeriti, anche oltre le colpe) e la bilancia sembra in parità. Ma è dello stesso avviso anche la fortuna?

"Non ho mai creduto nella fortuna e nella sfortuna, io credo nei meriti e nei demeriti" spiega l'allenatore dei nerazzurri, curiosamente corregionale del collega avversario. "Concedere agli avversari l'opportunità di fare gol è stato, ovviamente, un nostro demerito: le sei sconfitte sono maturate tutte sul filo di lana, con gli episodi che -inevitabile- spostano tutti i ragionamenti annullando anche gli spunti positivi. Abbiamo fatto la partita che dovevamo fare, soprattutto nel secondo tempo ci abbiamo provato, abbiamo concesso dei contropiedi e questo è indice che non siamo certo stati timidi pur essendo in trasferta. Sapevamo che Zoma fosse un giocatore veloce e non credo lui abbia avuto molte occasioni. Eppure ci ha punito. Lo dico sempre: ci manca sempre il centimetro per fare il metro. E se Zoma al 92' ha potuto tirare non è sfortuna: è colpa nostra. Abbiamo collezionato tanti angoli, abbiamo confezionato tanti cross ma alla fine abbiamo perso e non dobbiamo trovare giustificazioni. Anzi, dobbiamo capire perché questa serata è fotocopia di troppe serate: senza dubbio segnamo poco, siamo il peggior attacco del campionato (18 reti segnate, fanalino di coda in coabitazione con la Pro Patria, ndr) e ora siamo entrati in un mood di preoccupazione nel quale dobbiamo tirarci fuori da soli, sapendo che i particolari fanno la differenza. Trovarci in mezzo al campo alla fine della partita è una nostra consuetudine: lo facevamo dopo una vittoria, lo confermiamo dopo le sconfitte perché insieme si stemperano emozioni che altrimenti, nell'adrenalina del momento, rischiano di andare "oltre". I ragazzi effettivamente sono proprio abbattuti, anche perché la prestazione c'è stata. Ma è anche difficile spiegare la sesta sconfitta consecutiva, per cui anche queste considerazioni "dentro la partita" alla fine sbiadiscono di fronte al tabellino. A dicembre eravamo quarti in classifica con 34 punti, ora siamo a febbraio sempre con 34 punti e ci mancano da raccogliere 10 punti: è chiaro che non basta spiegare questo black-out solo con i gol presi a tempo scaduto. C'entra la sterilità offensiva, concorrono tanti altri aspetti su cui dobbiamo prestare attenzione. E' un po' complicato ora entrare in questa "nuova" mentalità che ci impone di salvarci dopo una prima parte di stagione positiva, ma dobbiamo farlo. Senza nasconderci. Il mercato ha rinforzato tante squadre e noi dobbiamo fare qualcosa di più. Quel "qualcosa di più" di ora non è sufficiente".