Salernitana, tutti i numeri alla sosta. Classifica corta, super tifo, ma attacco sterile

I risultati maturati nel fine settimana sugli altri campi consentono alla Salernitana di restare agganciati al treno salvezza e di alimentare la speranza di mantenere la categoria senza passare dagli spareggi playout. Se è vero che, soprattutto negli ultimi 25 minuti, il tecnico Breda ha rinunciato completamente ad attaccare sostituendo un fantasista con un mediano di interdizione e lasciando in panchina l'unico calciatore offensivo, è altrettanto vero che i numeri certificano una piccola crescita. Anzitutto la classifica: la Salernitana, in meno di un mese, ha recuperato 4 punti al Modena, altrettanti a Brescia, Sampdoria e Carrarese e ha raggiunto a quota 30 il Mantova. La sestultima posizione dista due lunghezze, mentre a gennaio (dopo le sconfitte rovinose con Juve Stabia, Frosinone e Catanzaro) i granata erano a -5 e palesavano grosse difficoltà anche dal punto di vista atletico. Soffermandoci ancora sui freddi numeri, i campani hanno migliorato il rendimento casalingo (10 punti su 12, 22 in totale all'Arechi), non hanno subito gol in quattro delle ultime otto gare, subiscono in media appena tre tiri nello specchio della porta a partita e hanno ben figurato anche contro avversarie - vedi Cremonese e Bari - che puntano alla promozione in A attraverso i playoff. Di contro, però, ci sono aspetti negativi sui quali concentrarsi in questa sosta per rendere più interessante il finale di stagione.
A partire dai punti ottenuti in trasferta: appena 8, frutto di una vittoria e cinque pareggi. Un vero e proprio tallone d'Achille per la Salernitana che, in 29 mesi, solo in quattro occasioni è tornata da Salerno con il bottino pieno. E sono appena otto anche i gol realizzati in campo esterno: cinque durante la gestione Martusciello, uno con Colantuono e due con Breda. Solo a Carrara, visto che con Pisa, Cesena e Bari il portiere avversario non ha quasi sporcato i guantoni fatta eccezione per il rigore che Klinsmann ha parato a Cerri al Manuzzi. Gli attaccanti, invece, sono a secco da due mesi: per Cerri ultima gioia a metà gennaio con la Reggiana al 99', per Raimondo il solo squillo con la Cremonese prima di una serie di insufficienze in pagella che hanno spinto l'allenatore a lasciarlo in panchina nelle ultime quattro gare. Segnale evidente che a gennaio è stato un azzardo non affidarsi a un vero bomber: basti pensare che il cannoniere è Soriano a quota 4 seguito da quel Simy che lo staff tecnico prende in considerazione a singhiozzo. Il calendario, comunque, sembra un alleato della Salernitana. Dopo la sosta c'è una sfida altamente proibitiva con un Palermo sulla carta nettamente più forte, poi il derby di Castellammare che si giocherà quasi certamente senza la spinta dei tifosi granata. E poi i tre scontri diretti che decideranno il futuro: prima il Sudtirol all'Arechi, poi la Pasquetta a Cittadella e infine il Cosenza che sembra ormai destinato alla retrocessione. Da capire, poi, Spezia e Sampdoria cosa si giocheranno alla terzultima e all'ultima giornata, senza dimenticare che alla penultima c'è un Salernitana-Mantova potenzialmente decisivo in uno stadio che sarà presumibilmente pieno se i granata si giocassero ancora qualcosa. E proprio sui tifosi c'è la statistica più interessante: nonostante una squadra, di fatto, in zona retrocessione da agosto del 2023, la media spettatori è di 13mila in casa e 2000 fuori. Salerno è seconda in Italia in questa speciale classifica e si collocherebbe tra le prime otto anche in A, meglio di realtà che lottano per l'Europa. A Bari erano quasi in 4500.
