Perché sostituire Vlahovic a tre quarti di partita? La Juventus non ha più tirato
Ieri sera contro il Lille, Dusan Vlahovic ha giocato una partita intelligente. Nei tocchi nella metà campo avversaria, con il 100% dei passaggi completati, ma anche in generale, visto che ha raggiunto la media di 90,9%. Undici passaggi di cui dieci corretti, anche non banali, con un paio di sponde nell'area avversaria, oltre all'assist che avrebbe generato il vantaggio firmato da Koopmeiners, frustrato dalla scelta di Yildiz di toccare il pallone una volta di troppo e mandarlo in fuorigioco nel movimento. Insomma, la valutazione non può che essere discreta, al netto del rigore segnato con estrema freddezza contro un Chevalier che fino a quel momento di era dimostrato insuperabile.
D'altronde la cosa più bella era arrivata poco dopo la mezz'ora, con la deviazione sul cross basso di Locatelli. Deviazione al volo che finiva sotto l'incrocio dei pali, con l'urlo del gol ricacciato in gola - perdonando il gioco di parole - e super parata del portiere avversario.
Se è vero che anche Koopmeiners è stato molto pericoloso (due gol e due tiri dal limite che potevano avere migliore fortuna), Vlahovic è stato fondamentale. La Juventus di Thiago Motta ha bisogno di un centravanti, perché altrimenti non riesce a dare grande profondità. Non è un caso se con i cambi non c'è più stata una manovra per arrivare al tiro in porta, ma solo qualche contropiede che poi non è finito come avrebbe potuto per imprecisione. Vlahovic è indispensabile e ieri, una volta di più, c'è stata la riprova.